Memorie di Papa Francesco

«La realtà è superiore all’idea» scriveva Papa Francesco nella lettera apostolica “Sublimitas et miseria hominis”, come per metterci in guardia dal guardare la realtà attraverso lenti distorte frutto del nostro immaginario. Un principio che ha segnato tutto il suo pontificato durante il quale ci ha riportati alla concretezza del Vangelo vissuto, non predicato. E questa concretezza, fatta di mani che accarezzano, orecchie che ascoltano, piedi che camminano insieme ai più piccoli, è ciò che porteremo sempre con noi.

Il suo modo di parlare, diretto ma mai freddo, la sua capacità di ascoltare chiunque, di andare oltre le divisioni, di ricordarci che la misericordia non è una debolezza ma una forza che salva, ci ha insegnato che la fede non è solo un insieme di regole, ma un modo di vivere con gli altri, per gli altri. Quando si chinava a baciare i piedi dei detenuti durante la lavanda, o quando abbracciava un bambino disabile in Piazza San Pietro, o ancora quando pregava da solo, sotto la pioggia, davanti a una piazza vuota durante la pandemia, non era solo un Papa: era un uomo che portava il dolore del mondo con sé e che rispondeva con amore.

Avendo molto a cuore l’importanza del dialogo e dell’inclusione, il Santo Padre seguiva con grande attenzione e vicinanza l’operato del “Cortile dei Gentili”. Più volte negli anni ha partecipato infatti a un’iniziativa del “Cortile” dedicata ai più piccoli, il “Treno dei Bambini” un viaggio pedagogico e formativo per bimbi cresciuti in forti realtà di povertà e disagio. Tramite questo progetto Papa Francesco ha incontrato studenti provenienti da alcuni quartieri difficili di Napoli, piccoli migranti, bambini disabili, rifugiati ucraini. E ogni volta ha dialogato con loro, rispondendo ad alcune domande e sottolineando sempre l’importanza dell’ascolto e dell’empatia. Gli ha ricordato come ogni persona, indipendentemente dalle proprie limitazioni, dalla propria provenienza o dalla propria storia, possieda doni unici e preziosi.

Ricorderemo Papa Francesco per la sua straordinaria umanità e resterà nei nostri cuori non solo come un Pontefice, ma come un padre, un fratello, un pastore che ha saputo camminare con il suo popolo, fino alla fine.​