
03 Mar La nuova faccia della Germania
All’indomani delle elezioni in Germania appare sempre più chiaro quanto una delle potenze economiche dell’Unione Europea si sia improvvisamente spaccata in due, come se la cortina di ferro e il muro di Berlino fossero ancora lì. Da una parte l’Unione cristiano-democratica (Cdu-Csu) sotto la guida di Friedrich Merz vince con il 28,5% dei voti, dall’altra Alternative für Deutschland (Afd), il partito di estrema destra guidato da Alice Weidel, che raddoppia (20,8%) i consensi rispetto all’ultima tornata e fa della parte est del Paese la propria roccaforte. L’Spd del Cancelliere uscente Scholz torna a casa con il 16,4% e 120 seggi, una sconfitta pesantissima che ha il retrogusto di una bocciatura da parte degli elettori delusi dal suo operato. Il calo del 9,3% è il più grande fallimento di Scholz.
In questo territorio diviso in due maxi-blocchi in quasi tutti i distretti elettorali degli stati occidentali ha vinto la Cdu, il principale partito di centrodestra, mentre in quelli orientali ha vinto l’estrema destra di Alternative für Deutschland. La sola eccezione è Berlino che, posizionata nell’est del Paese, non cede di un millimetro all’avanzata estremista.
Infatti, se si dà uno sguardo alla mappa dei seggi, il colpo d’occhio riporta la mente a qualche decennio fa. L’Afd ha spopolato nei territori dell’ex Germania est, la parte sovietica, quella più povera e dove, a quanto pare, non si è mai superato un certo sentimento di abbandono da parte delle istituzioni. Per la prima volta dal secondo dopoguerra queste elezioni mettono in evidenza più che mai che, alla fine dei conti, è come se la riunificazione non fosse mai realmente avvenuta. A livello geografico sì, ma sul piano economico e sociale la tornata elettorale ha dimostrato che i tedeschi sono più divisi che mai, come se fossero quasi due popoli differenti. Il caso dell’Afd è molto particolare perché, oltre alla crescita esponenziale e alla diffusione sul territorio, è una forza politica ormai nazionale capace di persuadere categorie sociali ben definite. Il partito, considerato neonazista da molti, è stato votato principalmente da uomini, sia giovanissimi della fascia 18-24 e che quelli della fascia 35-44, molti dei quali appartenenti alla classe operai che vivono un sentimento di intolleranza nei confronti dei migranti e delle istituzioni. I più anziani, invece, tollerano molto meno questa forza estremista. Al momento attuale Afd è votato da un tedesco su cinque.
Nonostante la vittoria del suo partito in queste elezioni parlamentari, Friedrich Merz è chiamato a creare una governo – impresa non così semplice – che inevitabilmente sarà una “Grosse Koalition” di differenti forze politiche. Da un lato il Cdu-Csu, dall’altro l’SPD di Scholz, relegando all’opposizione l’estrema destra: con la fuoriuscita dal Bundestag dei liberali e del Bsw sarà possibile avere i numeri per formare esecutivo a due. Così facendo, un governo a due forze garantirà maggiore stabilità politica alla Germania.