
03 Feb Il Congo travolto dalla violenza dei ribelli
Un altro conflitto sanguinoso riemerge e si aggiunge alle preoccupazioni della comunità internazionale. Il Congo è nella morsa dei ribelli: la situazione sta degenerando giorno dopo giorno, divenendo sempre più instabile e disastrosa soprattutto per i civili. Una settimana fa i ribelli del “Movimento per il 23 marzo” (M23), supportati dal vicino Ruanda che ha inviato sul campo migliaia di soldati del proprio esercito, sono riusciti ad entrare e conquistare la città di Goma, nell’est del Paese. Questa mossa ha scatenato il panico tra gli abitanti e peggiorato una situazione umanitaria che era già gravissima da anni. Goma è la città più importante della regione del Nord Kivu ed è molto ambita perché ricca di risorse minerarie, principalmente oro, coltan e cobalto.
La città congolese negli ultimi mesi ha vissuto un vero e proprio dramma umanitario che, con i nuovi sviluppi, rischia di degenerare. Decine di migliaia di persone si erano rifugiate a Goma per scappare dall’offensiva dei ribelli nella regione, iniziata nel 2022 ma che si è intensifica di recente. Con l’M23 che ha accerchiato la città e sparato sull’esercito e sui civili, i vasti campi profughi nelle periferie si sono svuotati. Al momento, quindi, è in atto un vasto esodo di quasi mezzo milione di abitanti che non sanno dove andare né come proteggersi, a cui si aggiungono i 4,6 milioni di sfollati accolti nella regione negli anni precedenti. Gli ospedali di Goma sono saturi, scarseggiano acqua potabile e corrente elettrica; le ONG che operano da anni sul territorio hanno denunciato una situazione catastrofica, con corpi di soldati congolesi uccisi e lasciati in mezzo alle strade della città. Si teme, quindi, un’emergenza a livello sanitario e un numero di vittime – tra soldati e civili – ancora non quantificabile nonché un’escalation di violenze da parte dei ribelli nei confronti dei civili locali. La popolazione è pressoché in trappola dato che non riesce ad abbandonare la città: i trasporti via terra sono difficili e rischiosi, mentre l’aeroporto locale è stato chiuso.
I soldati dell’M23 al momento controllano Goma, ma hanno progetti molto più ambiziosi. Nei piani c’è quello di dirigersi verso la capitale congolese Kinshasa. Qui le violenze in atto nell’est del Paese hanno scatenato la rabbia dei cittadini che nei giorni successivi agli attacchi dei ribelli hanno preso d’assalto alcune ambasciate della capitale, soprattutto di alcuni paesi stranieri accusati di non stare aiutando il Congo nel contrastare l’avanzata dell’M23, ancora distante più di 1.500 km. Gli abitanti della capitale hanno manifestato in strada, danneggiando e saccheggiando le ambasciate di Ruanda, Kenya, Uganda, Francia e Belgio. Alcuni hanno anche circondato il complesso dove si trova l’ambasciata statunitense e ne hanno occupato una parte ancora in fase di costruzione.
Le Nazioni Unite seguono gli aggiornamenti ed esprimono “forte preoccupazione” per l’escalation in corso. Anche Papa Francesco, nell’ultima udienza generale, ha espresso apprensione per le violenze in Congo esortando la comunità internazionale e tutte le parti nel conflitto ad impegnarsi per la cessazione delle ostilità e per la salvaguardia della popolazione civile di Goma e delle altre zone interessate dalle operazioni militari.