23 Dic Rapporto Caritas, in Italia quasi sei milioni di poveri
Le festività natalizie sono ormai alle porte. Quando si pensa al Natale, la mente va subito ai regali sotto l’albero, ai pranzi e cene in famiglia con tavole imbandite e cibo in abbondanza. Purtroppo però, in Italia, non tutti possono permettersi questo lusso e la realtà dei fatti è ben lontana da questa utopia.
La povertà è un disagio sociale sempre più presente che registra numeri da record. Il recente Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia redatto da Caritas Italiana ne sottolinea l’emergenza: quasi un decimo della popolazione, ben 5,7 milioni di italiani vivono in condizione di povertà assoluta per un totale di oltre 2 milioni 217mila famiglie. Il report 2024 è stato denominato “Fili d’erba nelle crepe. Risposte di Speranza” perché, nonostante le difficoltà e i numeri allarmanti del fenomeno in Italia, si intravedono nelle crepe dei segni di speranza, fili di erba verde appunto, rappresentati dalle risposte, dalle opere e i servizi che la comunità civile ed ecclesiale, il volontariato e l’associazionismo offrono a chi ha bisogno, per rendere il loro vissuto più dignitoso. Papa Francesco, nel corso della Giornata mondiale dei Poveri ha ricordato che “il silenzio si spezza ogni volta che un fratello nel bisogno viene accolto e abbracciato. I poveri hanno ancora molto da insegnare, perché in una cultura che ha messo al primo posto la ricchezza e spesso sacrifica la dignità delle persone sull’altare dei beni materiali, loro remano contro corrente evidenziando che l’essenziale per la vita è ben altro. La preghiera, quindi, trova nella carità che si fa incontro e vicinanza la verifica della propria autenticità”.
Nel panorama nazionale le diverse forme di povertà si manifestano in modo sempre più evidente, mettendo in discussione certezze consolidate e sollevando nuove domande. Non si tratta esclusivamente di difficoltà economiche, ma di un intreccio complesso di fragilità che colpisce le famiglie, intrappolandole in un ciclo di isolamento, difficoltà abitative, instabilità lavorativa e carenze educative. L’analisi dei dati ci da’ una fotografia abbastanza chiara e preoccupante della situazione. Il lavoro povero e intermittente dilaga, salari bassi e contratti atipici non permettono alle persone e, di riflesso, alle famiglie di condurre una vita dignitosa. Giovani e famiglie con figli, quindi, sono le fasce più vulnerabili, le quali devono combattere quotidianamente con il disagio abitativo o con una mancanza di accesso all’istruzione e alle nuove tecnologie che incrementano ulteriormente le disuguaglianze.
Nonostante il dato su base familiare presentato nel rapporto sia solo in leggero aumento rispetto al 2022, risulta comunque essere “il più altro della serie storica” e non accenna a diminuire. Si legge che “dal 2014 ad oggi la crescita è stata quasi ininterrotta, raggiungendo picchi eccezionali dopo la pandemia, passando dal 6,9% al 9,7% sul piano individuale e dal 6,2% all’8,4% sul piano familiare”. Soprattutto al nord Italia, nel periodo tra il 2014 e il 2023, il numero di famiglie in condizione di povertà è addirittura raddoppiato (+97,2%) raggiungendo quasi il milione. Nel resto del Paese invece la crescita c’è stata ma in maniera molto più contenuta, +28,6% nelle aree del Centro e +12,1% in quelle del Mezzogiorno (il dato nazionale è del +42,8%).
Il Rapporto Caritas, inoltre, rileva un altro elemento da non sottovalutare: in Italia più che nel resto d’Europa le difficoltà economico-sociali potrebbero essere destinate a perpetuarsi di generazione in generazione. È difficile, se non addirittura impossibile, uscire da questo loop: chi nasce e cresce in famiglie svantaggiate, da adulto è molto probabile che vivrà in condizioni finanziarie precarie. Rispetto alla percentuale di adulti europei (20%), in Italia questo circolo vizioso colpisce il 34% degli adulti tra i 25 e i 59 anni che, a 14 anni, vivevano in una situazione economica difficile. Un’etichetta di un’eredità che purtroppo peserà sul futuro.