20 Giu Papa Francesco al G7: l’intelligenza artificiale e i suoi pericoli
Dal 13 al 15 giugno si è svolto il 50° vertice del Gruppo dei Sette. L’incontro è stato presieduto dal Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e ha avuto luogo nel comune di Fasano, in provincia di Brindisi.
Il G7, come di regola, ha visto la presenza dei presidenti o dei primi ministri di Stati Uniti d’America, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Canada, con i presidenti della Commissione Europea e del Consiglio Europeo come inviati permanenti. Tra gli ospiti, anche il presidente dell’Argentina Javier Milei, il presidente dell’Ucraina Zelensky e Papa Francesco.
Questa è stata la prima volta di un Pontefice presente a una riunione del G7. Ai grandi del pianeta il Santo Padre ha parlato di intelligenza artificiale ribadendo la necessita di mettere l’uomo al centro delle decisioni in un mondo governato da algoritmi. Un discorso di 20 minuti, nel quale il Papa ha sottolineato tutti i risvolti pericolosi di una innovazione così straordinaria.
Fin dalle prime battute, il discorso ribadisce come «l’avvento dell’intelligenza artificiale rappresenti una vera e propria rivoluzione cognitivo-industriale, che contribuirà alla creazione di un nuovo sistema sociale caratterizzato da complesse trasformazioni epocali. Ad esempio, l’intelligenza artificiale potrebbe permettere una democratizzazione dell’accesso al sapere, il progresso esponenziale della ricerca scientifica, la possibilità di delegare alle macchine i lavori usuranti; ma, al tempo stesso, essa potrebbe portare con sé una più grande ingiustizia fra nazioni avanzate e nazioni in via di sviluppo, fra ceti sociali dominanti e ceti sociali oppressi, mettendo così in pericolo la possibilità di una “cultura dell’incontro” a vantaggio di una “cultura dello scarto”».
Il Santo Padre ricorda che «l’intelligenza artificiale è innanzitutto uno strumento. E viene spontaneo affermare che i benefici o i danni che essa porterà dipenderanno dal suo impiego».
In questo modo, Papa Bergoglio arriva ad approfondire i pericoli di questa nuova tecnologia rispetto ad altre scoperte che in passato hanno cambiato la vita dell’essere umano.
«L’intelligenza artificiale è uno strumento ancora più complesso. Direi quasi che si tratta di uno strumento sui generis. Così, mentre l’uso di un utensile semplice (come il coltello) è sotto il controllo dell’essere umano che lo utilizza e solo da quest’ultimo dipende un suo buon uso, l’intelligenza artificiale, invece, può adattarsi autonomamente al compito che le viene assegnato e, se progettata con questa modalità, operare scelte indipendenti dall’essere umano per raggiungere l’obiettivo prefissato».
Il Papa distingue così tra le macchine che sono in grado di fare delle scelte basate su dati e algoritmi e l’essere umano che è in grado di decidere, con riflessione e con la “phronesis” (saggezza) descritta dai filosofi greci e dalle Sacre Scritture. Su questo tema il Pontefice dichiara: «In un dramma come quello dei conflitti armati è urgente ripensare lo sviluppo e l’utilizzo di dispositivi come le cosiddette “armi letali autonome” per bandirne l’uso, cominciando già da un impegno fattivo e concreto per introdurre un sempre maggiore e significativo controllo umano. Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita ad un essere umano».
Il discorso si chiude con l’invito a rimettere al centro la dignità della persona, affinché questi strumenti siano utilizzati «per la costruzione del bene e per un domani migliore»