Lodate il Signore con clarini e flauti

da Il Sole 24 Ore – 16 marzo 2025 – di Gianfranco Ravasi.

In questo articolo il Card. Ravasi ci parla del rapporto tra musica e sacro.

Si potrebbe idealmente sintetizzare la musicalità della Bibbia attraverso una sua pagina esemplare, l’inno finale del Salterio, il Salmo 150. Ecco alcune definizioni di questa composizione da parte dei commentatori moderni dei Salmi biblici: «sinfonia potente e irresistibilmente trascinante», «fanfara per strumenti a fiato, a corde e a percussione», «concerto di musica sacra», «dossologia ardente e sonora come le trombe d’argento del tempio»; «l’umile genio d’Israele dalle risorse cosi? limitate trascina sino allo zenit il genio musicale dalle risorse immense» di tutti i tempi.

Proponiamo innanzitutto il testo: «Hallelujah! / Lodate Dio nel suo santuario, / lodatelo nel firmamento della sua fortezza. / Lodatelo per i suoi prodigi, / lodatelo per l’immensa sua grandezza. / Lodatelo col suono del corno, / lodatelo con l’arpa e la cetra, / lodatelo col timpano e con la danza, / lodatelo sulle corde e coi flauti, / lodatelo con cembali sonori, / lodatelo con cembali squillanti. / Ogni essere che respira dia lode a Jhwh! / Hallelujah!».

La tradizione giudaica ha sottolineato l’importanza del “decalogo” degli hallelu?, “lodate”, presenti nel Salmo, per escogitarne significati reconditi, crittogrammi allusivi: canto delle dieci parole della creazione, canto delle dieci parole del decalogo. Oppure, tenendo conto delle 13 occorrenze della radice hll, “lodare”, ha definito il Salmo 150 come il canto dei 13 attributi di Dio. S. Agostino sarà ancora più sottile e nell’orchestra tenterà di individuare significati reconditi attraverso l’allegoria: ad esempio, il tamburo e? la lode della penitenza, perché col digiuno la carne si secca e si tira come la pelle del tamburo! E via di questo passo.

«Lodatelo in modo magnifico perché la sua grandezza e? suprema, essendo Dio assolutamente e semplicemente grande!», commentava invece il cardinale Roberto Bellarmino (1542-1621) cogliendo il cuore del carme che e? la grandezza di Dio lodata e celebrata. Un testo giudaico afferma: «Si racconta che quando Davide ebbe finito il libro dei Salmi, si senti? molto orgoglioso. Egli disse a Dio: Padrone del mondo, chi fra tutti gli esseri che hai creato canta più di me la tua gloria? In quel momento sopraggiunse una rana che gli disse: Davide, non inorgoglirti. Io canto più di te in onore di Dio perché lo faccio con tutto il mio essere».

Curiosa sarà anche la rielaborazione poetica del Salmo 150 compiuta da Ernesto Cardenal (1925-2020), scrittore del travagliato Nicaragua, nel suo Grido. Salmi degli oppressi: «Lodate il Signore nel cosmo suo santuario dal raggio di centomila milioni di anni luce. Lodatelo per le stelle e gli spazi interstellari, lodatelo per le galassie e gli spazi intergalattici, lodatelo per gli atomi e i vuoti interatomici. Lodatelo con il flauto e il violino e con il sassofono, lodatelo con i clarinetti e il corno, con clarini e tromboni, con cornette e trombette, lodatelo con viole e violoncelli, con piani e pianole, lodatelo con blues e jazz e con orchestre sinfoniche, con spiritual negri e con la Quinta di Beethoven, con chitarre e marimbe, lodatelo con giradischi e nastri magnetici. Tutto ciò che respira lodi il Signore, ogni cellula viva. Alleluia!».

Nel Salmo si suppone che, all’interno del tempio, tutta l’assemblea partecipi alla liturgia in sintonia con l’orchestra e i cori levitici e in armonia coi cori celesti angelici. Sulla pedana si presentano sette strumenti che intonano il loro concerto sacro. Il settenario strumentale comprende: il shofar, il corno, il nebel, che è l’arpa, il kinnôr, la cetra o lira, il tôp, il tamburo o timpano, i minnîm che sono gli strumenti a corda, l’‘ugab che è il flauto e, infine, i selslîm, cioè i cembali. Ma il filo spirituale è retto dal citato hallelujah reiterato, un po’ alla maniera della celebre “cascata” hallelujatica del Messia di Haendel.

In finale appare un vocabolo ebraico polivalente, neshamah, che può rimandare al «respiro» della persona, e quindi al coro, ma anche agli strumenti «a fiato» e persino al soffio universale della vita. Nel trattato Sukka? del Talmud si dichiara che «la musica del Signore comincio? con la bocca e con gli strumenti di Davide che sono serviti a modularne i toni». Si deve notare che canto e musica strumentale s’intrecciano armoniosamente in tutta la Bibbia, lode e bellezza, teologia ed estetica musicale si raccordano continuamente.

Suggestivi al riguardo sono alcuni appelli del Salterio che connettono il canto e il suono liturgico al vocabolo “estetico” ebraico to?b che indica una gamma di valori che vanno dal bello al buono, dall’affascinante al funzionale, dal piacere estetico all’esaltazione religiosa: «Cantate al Signore un canto nuovo, suonate con arte (radice to?b) e con ovazioni… Bello (to?b) e? lodare il Signore e inneggiare al tuo nome, Altissimo, sull’arpa a dieci corde, sulla lira e con canti accompagnati da cetra… Quanto e? bello (to?b) inneggiare al nostro Dio, quanto e? dolce (na’im) innalzargli la lode!» (Salmi 33,3; 92,2.4; 147,1; 149,3).

Secondo la Bibbia, il canto e la musica permettono di entrare in sintonia con l’armonia divina e con quella cosmica, come ricordava il citato san Roberto Bellarmino, il quale immaginava che il canto salmico avesse in filigrana sempre un pentagramma spirituale e concludeva: «Non c’e? nulla di più glorioso per l’amante che la lode dell’amato». È suggestivo che l’esperienza musicale-spirituale sia stata accolta anche dal Nuovo Testamento e dalla tradizione cristiana. San Paolo invitava i cristiani di Efeso a «essere ricolmi dello Spirito, intrattenendosi tra loro con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore col loro cuore» (5,18-19).

Nella tradizione successiva scegliamo un passo straordinario degli apocrifi Atti del santo apostolo ed evangelista Giovanni, il teologo, ove è citato un inno gnostico cantato da Gesù coi suoi discepoli secondo una curiosa coreografia: «Ci ordino? di fare un cerchio tenendoci l’un l’altro per mano. Egli stando nel mezzo, ci disse: Rispondetemi: Amen! Poi prese a cantare un inno…». A questo punto si introduce l’inno e a ogni verso i discepoli, danzando col Signore, rispondono con un Amen! e «dopo che il Signore ebbe danzato con noi, se ne andò via».