10 Lug Intervista a Padre Laurent Mazas, Direttore Esecutivo Cortile dei Gentili
Intervista con Padre Mazas, amico del Papa e direttore della struttura promossa dal cardinale Ravasi. A settembre appuntamento dedicato ai giornalisti, poi Berlino e Washington.
Sarà dedicato ai giornalisti il prossimo appuntamento del Cortile dei Gentili, la struttura ideata da Benedetto XVI nell’ambito del Pontificio Consiglio della Cultura e promossa dal presidente dello stesso dicastero vaticano, cardinale Gianfranco Ravasi, per sviluppare il dialogo tra credenti, agnostici e atei. Si svolgerà il 25 settembre a Roma (nel Tempio di Adriano). Il Cortile dei Gentili “vuole mettere a confronto personalità significative del mondo del giornalismo”, spiegano gli organizzatori, “con l’intento di stabilire un dialogo fra i protagonisti dell’informazione credenti e non credenti attorno a temi importanti come ‘Etica della società ed etica della comunicazione’, ‘Libertà e responsabilità nell’informazione. Obiettività e verità’ e ‘Giornalismo, cultura e fede. Credere e comunicare’. Parteciperanno, fra gli altri, Eugenio Scalfari, Ferruccio de Bortoli, Ezio Mauro, Marcello Sorgi, Lilli Gruber, Roberto Napoletano, Mario Calabresi”.
Vatican Insider ha intervistato Padre Laurent Mazas, direttore esecutivo del Cortile, francese, dottore in Filosofia, aiutante di studio al Pontificio Consiglio della Cultura dal 2000; è anche esperto della Santa Sede al Consiglio d’Europa e all’Unesco per le questioni culturali. Ed è amico di Papa Francesco.
Mazas, Lei conosceva già personalmente Jorge Mario Bergoglio prima che diventasse Papa: che ricordi ha di lui?
“Mi ha sorpreso Francesco recentemente, perché si ricordava molto meglio di me il nostro primo incontro tramite i Sinodi dei vescovi: ci siamo conosciuti al Sinodo sulla vita consacrata del 1994. Lui era all’epoca vescovo ausiliare, e alloggiavamo nella stessa casa; è nata tra noi un’amicizia, tanto che lui, quando ancora mi trovavo in Francia, mi propose di andare a lavorare con la mia congregazione nella sua diocesi di Buenos Aires. Il ricordo è quello di una persona di grandissima cordialità e affetto; era soprattutto un uomo della gioia”.
Come commenta questi primi quattro mesi di pontificato di Francesco?
“La sua umiltà e semplicità trasmettono gioia e speranza. Affascina anche i non credenti; lo vedo per esempio passando per piazza Navona dove abito e ascoltando i pittori che vendono i loro quadri: tutti mi chiedono di poter vedere una volta il Papa. Sono emozionati da lui perché lo percepiscono come un povero e perché il suo sguardo, come mi ha detto una volta una persona, è limpido, non c’è l’ombra di un giudizio. Dà l’immagine di uno che ti accetta e ti ama come sei, senza partire da un’idea preconcetta. Tocca i cuori per la sua spontaneità e non dimentichiamo che lui viene dall’altra parte della società: non è più la Chiesa borghese dei grandi prelati: lui sa che centinaia di milioni di cristiani sono poveri”.
Qual è lo “stato di salute” del Cortile dei Gentili? Quali sono i risultati più importanti e significativi raggiunti finora?
“Il Cortile si sta sviluppando in tanti modi diversi. Si tratta per noi, come Santa Sede, di dare impulso a un nuovo dialogo organizzando eventi significativi che rimangono come esempio da seguire nelle diverse realtà locali. In questo senso il progetto non si esaurisce negli eventi che proponiamo noi: essi vogliono solo far capire la necessità di confronto e dibattito tra credenti e non credenti. Mi ha fatto piacere per esempio scoprire che i Domenicani di Madrid hanno aperto un sito ‘Atrio de los Gentiles’: il significato infatti è quello di seminare un dibattito che poi continua a svilupparsi con altri in tanti modi diversi. Le domande sono tante e vengono fatte sia da laici sia da vescovi. Abbiamo difficoltà a rispondere a tutti… anche perché sono eventi molto complessi che richiedono tanta energia e tempo. E poi, tutto quello che fa il Pontificio Consiglio della Cultura non si esaurisce con il Cortile!”.
Come funziona l’organizzazione del Cortile? Come scegliete i luoghi e i temi?
“Non dimentichiamo che il primo Cortile è stato organizzato solo due anni fa! Il successo è così importante – si ricorda che nell’ultimo Sinodo sulla nuova evangelizzazione è diventato una proposta della Chiesa universale – che non può più essere gestito solo da me… Sta sviluppando una notevole attività editoriale: ricordiamo la pubblicazione del dialogo tra il presidente Napolitano e il cardinale Ravasi. Vi è inoltre la parte del sito che sta crescendo, uno spazio digitale dedicato al confronto tra credenti e non credenti, con un largo utilizzo dei social-media. Le tipologie dei Cortili sono diverse. Prima di tutto, scegliamo le grandi capitali e temi legati in funzione della loro forza d’immagine: Parigi e l’illuminismo; Palermo e la mafia; Firenze e l’umanesimo; Barcellona e l’arte… Poi, ci sono i Cortili nei quali vogliamo invitare i filosofi: c’è stato Rousseau a Bologna, Camus e Ricoeur a Marsiglia; si sta pensando prossimamente di soffermarsi sulla figura di Borgès a Buenos Aires, di Machiavelli a Firenze. Altri cortili sono per categorie di persone: gli ambasciatori e il tema della verità; i giornalisti e quello della responsabilità; i procuratori e la legalità. C’è stato anche ‘cinema e bellezza’ con Ermanno Olmi, ‘musica e trascendenza’ con Riccardo Muti, e prossimamente ‘Il cardinale e il filosofo’ con Luc Ferry. Tutto ruota attorno alla riflessione su un nuovo umanesimo e sull’interrogativo riguardante quale uomo vogliamo per la nostra società; noi che viviamo con Dio e voi che vivete senza Dio, cosa vogliamo insieme?”.
Il cardinale Ravasi è particolarmente apprezzato e stimato dalla gente, anche in modo trasversale, come confermano, tra i tanti elementi, le migliaia di followers del suo profilo Twitter: qual è la sua principale qualità?
“E’ apprezzato per la sua grandissima cultura che sa trasmettere con un linguaggio accessibile: è il linguaggio di un biblista, ricco di metafore, di poesia, che sa scavare nelle questioni più profonde rendendole attraenti. E’ un uomo di dialogo che non ha paura del confronto con chi non la pensa come lui, senza l’arroganza di chi ha la pretesa di imporre le proprie idee. Mi ha colpito quando siamo andati insieme a Stoccolma: sembrava conoscere gli autori scandinavi meglio di chi lo stava ascoltando!”.
Passando da Benedetto XVI a Francesco cos’è cambiato per il Cortile dei Gentili?
“L’evento forse più emblematico che esemplifica questo passaggio è quello del ‘Treno dei Bambini’: è bello che il primo contatto con papa Francesco sia stato tramite un evento dedicato ai piccoli; quando ho ascoltato le prime parole del nuovo Pontefice dopo l’’Habemus papam’, ho capito che sarebbe stato con noi: ha parlato di fratellanza, che in fondo è l’obiettivo che vorrebbe raggiungere il Cortile: quello di non vivere da nemici in quanto opposti nelle convinzioni, ma creando legami di fratellanza per affrontare insieme le grandi sfide e le crisi profonde della nostra società; se non lo facciamo sbattiamo contro un muro”.
Ci svela o anticipa qualche progetto futuro dopo l’iniziativa dedicata ai giornalisti?
“Seguirà il Cortile di Berlino, a fine novembre, evento molto complesso richiesto all’inizio dal sindaco di Berlino. Ci sarà un momento molto originale dentro a un museo con una ‘processione’ di studenti da un’opera d’arte all’altra; una televisione accompagnerà questo dinamico dibattito che si articolerà camminando. In vista vi è poi il cortile di Washington, in aprile 2014, organizzato con la collaborazione della Georgetown University, che avrà il suo momento principale nella Biblioteca del Congresso, ma anche un’altra originalità con un ‘evento hip-hop’, perché questa musica fa parte della cultura di tanti ragazzi oggi”.
di Domenico Agasso jr – Torino