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Geometrie dello Spirito: architettura, spiritualità e musica in dialogo

Un evento culturale emozionante e indimenticabile, quello tenutosi lo scorso venerdì 21 settembre a Venezia; “Geometrie dello Spirito. Un viaggio tra architettura, cultura e musica” è stato organizzato dal “Cortile dei Gentili” per celebrare la prima partecipazione della Santa Sede alla Biennale Architettura, con il padiglione “Vatican Chapels”, tra i più visitati dell’intera mostra.

Tre diversi appuntamenti hanno animato la città, offrendo ai partecipanti momenti di riflessione, emozione e grande bellezza: nel primo pomeriggio, al Teatro alle Tese dell’Arsenale di Venezia, tre architetti di fama internazionale – Stefano Boeri, Mario Botta e Matthias Sauerbruch – si sono confrontati sul rapporto tra architettura e spiritualità in presenza del Cardinale Gianfranco Ravasi, del Patriarca Francesco Moraglia e del Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, davanti ad una platea di oltre 200 persone.

A seguire, nella Basilica di San Giorgio Maggiore, sull’omonima isola (sede anche del Padiglione della Santa Sede) il virtuoso violinista Fabrizio von Arx ha incantato gli otre 400 spettatori con le magnifiche sonorità del suo Stradivari del 1720, accompagnato dalla Camerata du Leman di Ginevra.

Proprio l’antico violino è stato poi protagonista del terzo evento della giornata; poco prima della mezzanotte, infatti, all’interno della Basilica di San Marco, il Card. Gianfranco Ravasi ha ribattezzato lo Stradivari – come si usa fare quando uno strumento viene acquisito da un nuovo musicista -, dandogli il nome di “Violino dell’Angelo”.

 

BABELE O GERUSALEMME?: ARCHITETTI A CONFRONTO

Babele o Gerusalemme?”, il panel organizzato nel contesto dei Meetings on Architecture della Biennale Architettura 2018, è stato pensato proprio per offrire un nuovo incontro tra architettura e fede, ponendo le basi per un dialogo più ampio tra arti, culture e discipline, poiché – come ha sottolineato il Card. Ravasi – “in un’epoca di profonde crisi ideologiche e culturali le geometrie dello spirito devono farsi oggi atti sociali, incontro e riscoperta di una comune identità tra le diverse civiltà”.

Eppure – ha suggerito il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura aprendo il dialogo – l’incontro “è difficile se lo spazio non lo consente o lo impedisce: in antico tra il cortile degli israeliti e il cortile dei gentili c’ era un muro per impedire che i secondi entrassero nello spazio sacro dei primi. Paolo spiega ai cristiani di Efeso che Gesù è venuto ad abbattere quel muro per fare un popolo unico”. Il Card. Ravasi ha poi proseguito ricercando la radice biblica dell’architettura e spiegando che, “quando l’ umanità ha iniziato a percepire lo spazio, ha cercato un centro e lo ha posto nel tempio. Costruire una chiesa significa dare un senso al quadrato del mondo, all’ orizzonte della creazione. La geometria sacra è il luogo dell’incontro orizzontale dei fedeli in uno spazio mistico e il luogo dell’incontro verticale con Dio. Queste due coordinate sono necessarie per far sì che un tempio sia un luogo dove s’incontrano tempo ed eterno, assoluto e relativo.”

E proprio il rapporto inscindibile che lega architettura e spiritualità è stato alla base del dibattito tra i tre noti urbanisti, Stefano Boeri, Mario Botta e Matthias Sauerbruch, moderati dalla giornalista Concita De Gregorio.

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Gli architetti, infatti, hanno analizzato temi differenti e dato interpretazioni riguardo materie tecniche e spirituali; “Il lavoro dell’architetto”, ha affermato Mario Botta (2° vincitore del premio Joseph Ratzinger) “in questo tempo del fare è sempre più complicato. Ciò nonostante,  la storia lo rende interprete di spazi diversi, più sensibile alla cultura e al modo di vedere moderno, imprimendo nelle sue opere le ragioni più profonde dello stile. Egli è chiamato, a testimoniare l’arte dell’architettura dal primo atto, a mettere pietra su pietra, al decoro delle forme artistiche susseguite nei vari periodi e nella Chiesa come luogo al sacrificio del potere.”

Il rapporto tra architettura e spazio sacro, ha aggiunto l’architetto Stefano Boeri, in Italia è rappresentato da una lunga storia di grandi opere, icone che in sè racchiudono il grande passato. Il legame tra l’architetto e il territorio trasforma il suo lavoro da una condizione di natura ad una di cultura. L’edificio sacro, infatti, oltre ad essere un luogo d’incontro, porta con sé una dimensione di memoria e di cultura, una parte dell’umanità che ha maturato un senso etico, e che oggi è erede di questa fortuna.

Già a partire dall’ idea della costruzione si imprime, nell’ opera, la volontà di rappresentare quello che realmente e spiritualmente vorremmo. E’, perciò, attraverso la costruzione di più chiese che si può far protendere l’umanità verso una forte e sempre più salda spiritualità”, ha concluso infine Matthias Sauebruch.

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IL CONCERTO ALLA BASILICA DI SAN GIORGIO

Al termine del dialogo, la Basilica di San Giorgio Maggiore si è riempita delle straordinarie sonorità dello Stradivari “Madrileno”, nelle mani del virtuoso violinista Fabrizio von Arx, accompagnato dalla Camerata du Leman. Di fronte ai volti emozionati e commossi di oltre 400 persone, von Arx ha suonato brani di fama mondiale, dal Capriccio di Paganini, all’Estate di Vivaldi, fino ad una Sarabanda di Bach; l’intero programma, come spiega Fabrizio, è stato costruito e ispirato al dialogo fra compositori, animati da una stessa “geometria dello spirito”, che realizzano stupefacenti composizioni in nome dell’ arte e della bellezza e che solo attraverso il linguaggio universale  della musica trovano maggiore espressione e rappresentazione.

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IL BATTESIMO DELLO STRADIVARI

Poco prima della mezzanotte, all’interno della Basilica di San Marco, il Card. Gianfranco Ravasi ha ribattezzato il violino Stradivari, prima detto “Madrileno”, come “Violino dell’Angelo”.

Il nome, scelto dal violinista Fabrizio von Arx e dall’imprenditore Olivier Plan (che ha contribuito all’acquisto dello strumento), simboleggia la missione del musicista e dello stesso violino, promossa proprio attraverso l’evento organizzato dal “Cortile dei Gentili”: democratizzare la musica classica per promuovere e diffondere attraverso essa messaggi diarmonia, equilibrio, costruzione, accoglienza e dialogo.

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