Quello che le donne dicono (e vivono, e sognano e pensano)

Durante gli anni dell’università, il venerdì sera, frequentavo spesso un piccolo locale piano bar. L’offerta musicale era piuttosto prevedibile – e senz’altro discutibile: ogni settimana si ripetevano le stesse canzoni, grandi classici della musica italiana anni ’80 e ’90, intonate da un pianista che, con buone probabilità, nella vita avrebbe desiderato fare altro. Tra i pezzi che non potevano mancare c’era “Quello che le donne non dicono”, 1987, di Fiorella Mannoia. Ricordo che, con le amiche, la cantavamo a squarciagola, affidando alle nostre note stonate tutti i tormenti e i drammi tipici della tarda adolescenza. Era per noi quasi un inno: disperato, drammatico, eppur liberatorio. Una poesia d’amore e di tristezza, che credevamo di comprendere, che pensavamo di incarnare.

Oggi, con quelle strofe nella testa e quel ricordo nel cuore, mi chiedo perché sia sempre più facile urlare ciò che non riusciamo a dire, piuttosto che sussurrare ciò che vogliamo dire. Mi domando come mai affermavamo la nostra identità con un avverbio negativo, invece che con un aggettivo positivo. Affidavamo le nostre emozioni alle voci di altri e non alla nostra.

A questo punto, forse è necessario fare un piccolo disclaimer: questa non è una rubrica femminista. Non è una rubrica politica. Non è una rubrica di sociologia, di antropologia, di psicologia. Non cercheremo di rispondere ai grandi quesiti relativi alla parità di genere, non affronteremo battaglie tra uomini e donne, non daremo risposta ai dilemmi del nostro tempo.

Qui collezioneremo storie. Storie di donne. Reali e immaginarie, grandi e piccole, del passato e del futuro. Daremo voce al vissuto, al sognato, al realizzato. Cercheremo di costruire un archivio di fatti e progetti, tutti al femminile, senza la pretesa di insegnare, ma con l’obiettivo di ricordare e con la speranza di ispirare.

Non a caso, il testo di “Quello che le donne non dicono” è stato scritto da un uomo. Proveremo noi, dunque, di settimana in settimana, a comporre quello che le donne dicono (e vivono, e sognano e pensano).

Giulia Tosana