Lo sanno a memoria il diritto divino e scordano sempre il perdono…

Tre anni fa, sulla lunga spiaggia di Copacabana, ‘nonno’ Francesco era stato decisamente chiaro.

Innanzitutto con gli adulti, ai quali da un lato aveva chiesto con forza “la pazienza di ascoltare” i giovani – insieme alla capacità di “offrirgli spazio”, dall’altro lato consigliato di “bussare delicatamente” al loro cuore, con “la mano tesa di chi ti vuole aiutare” – ad imitazione di Gesù e del suo compiere sempre “il primo passo”, “incondizionatamente”.

In secondo luogo, egli aveva sfidato anche i suoi ‘nipotini’ a non diventare uomini indifferenti o passivi di fronte alla vita, ma ad immergersi in essa facendo “chiasso”. A non diventare presuntuosi “cristiani di facciata” (che in fondo si stimano poco), ma “girovaghi della fede” capaci di cavalcare “controcorrente” l’“onda rivoluzionaria della fede” – sempre considerando “coloro che sono i più lontani” come “gli invitati VIP”.

E’ stato fatto tutto questo? Da entrambe le parti? Speriamo nel nostro piccolo di avervi contribuito con i Cortili degli Studenti dedicati a temi forti quali sono quelli economici e politici, ovvero a linguaggi – come quelli musicali – più vicini alla sensibilità dei giovani, senza disdegnare il rischio di scavare nelle lingue passate alla scoperta di inaspettati ma importanti legami con il presente.

Cosa aspettarsi, ora, da questa GMG 2016 di Cracovia incentrata sulle beatitudini evangeliche?

Nei messaggi preparatori Francesco aveva indicato una meta certamente alta: trasfigurare le proprie tristi speranze che gli idoli di turno ci offrono ‘a basso prezzo’ – per saziare provvisoriamente i nostri desideri, nella speranza – beata e duratura – offerta ‘al caro prezzo’ della sobrietà e del distacco dal Dio che non ha turni.

Percorso impegnativo, questo, da affrontare però nell’“abbraccio misericordioso” di un Dio paterno e materno, il cui gioioso “amore senza misura” è tutt’altro che “buonismo” o “mero sentimentalismo”, ma (…) implica fare spazio all’altro dentro di sé; sentire, patire e gioire con il prossimo”. Soprattutto, “lasciar cadere il rancore, la rabbia, la violenza e la vendetta (…) per vivere felici”, “perdonare chi ci ha offeso, chi ci ha fatto del male, coloro che consideriamo come nemici (…) per raggiungere la serenità del cuore” e “vincere il male”: “qui c’è la verifica dell’autenticità del nostro essere discepoli di Gesù, della nostra credibilità in quanto cristiani nel mondo di oggi”!

Solo in nome di questo Dio ‘nonno’ Francesco ha potuto domandare con parresìa ai suoi ‘nipotini’: “E tu, caro giovane, cara giovane, hai mai sentito posare su di te questo sguardo d’amore infinito, che al di là di tutti i tuoi peccati, limiti, fallimenti, continua a fidarsi di te e guardare la tua esistenza con speranza? Sei consapevole del valore che hai al cospetto di un Dio che per amore ti ha dato tutto? Capiamo davvero la forza di queste parole?”.

Il domandare come esito di una riflessione, però, non può che aprire ad un domandare ulteriore ed ultimo che prende forma di preghiera, alla quale affidiamo queste prossime giornate mondiali della gioventù:

«Aiutami, o Signore, a far sì che […] i miei occhi siano misericordiosi, in modo che io non nutra mai sospetti e non giudichi sulla base di apparenze esteriori, ma sappia scorgere ciò che c’è di bello nell’anima del mio prossimo e gli sia di aiuto […] il mio udito sia misericordioso, che mi chini sulle necessità del mio prossimo, che le mie orecchie non siano indifferenti ai dolori ed ai gemiti del mio prossimo […] la mia lingua sia misericordiosa e non parli mai sfavorevolmente del prossimo, ma abbia per ognuno una parola di conforto e di perdono […] le mie mani siano misericordiose e piene di buone azioni […] i miei piedi siano misericordiosi, in modo che io accorra sempre in aiuto del prossimo, vincendo la mia indolenza e la mia stanchezza […] il mio cuore sia misericordioso, in modo che partecipi a tutte le sofferenze del prossimo» (Santa Faustina Kowalska, Diario, 163).

sergioventura@cortiledeigentili.com