09 Mar Discorso di Ratisbona e proposta di una Summa ad Gentiles
Lo speciale “Quel che resta di Ratisbona” è a cura di Gabriele Palasciano. Testo di Rosino Gibellini*.
La ricorrenza dei dieci anni del Discorso di Ratisbona, celebre allocuzione tenuta da Benedetto XVI, mi induce a riflettere sul rapporto che la fede cristiana intrattiene con la cultura. Tra i lasciti pastorali del papa emerito rimane e permane il cosiddetto Cortile dei Gentili, proposto come strumento per riattivare il dialogo – un dialogo costruttivo – tra il pensiero cristiano e il pensiero del mondo moderno e contemporaneo. Il Cortile dei Gentili ripropone la visione che ha animato la costituzione Gaudium et spes (1965) del Concilio ecumenico Vaticano II.
Sarebbe interessante riproporre, anzi ricostruire la storia dialogica tra teologia e scienze del mondo. Ne uscirebbe una storia della teologia più concreta come storia della evangelizzazione, e una storia della filosofia e della cultura più aperta ai valori del Vangelo e del Regno. In questo contesto uno dei nomi del Novecento teologico e culturale, che vorrei proporre qui, è quello dello scienziato e teologo Pierre Teilhard de Chardin († 1955), di cui è ricorso l’anno scorso il 60° della morte, che ha coinciso anche con il 60° della diffusione dei suoi scritti filosofici-religiosi, editi postumi (in 13 voll., 1955-1976). Dalla vasta letteratura del “gesuita proibito” vorrei proporre due testi singolari, che lo collocano tra gli antesignani dei frequentatori di un ideale Cortile dei Gentili.
Teilhard de Chardin ha partecipato con un gruppo di scienziati alla “Crociera gialla”, che ha attraversato la Cina per studiare la geologia della Cina nel confronto della geologia dell’Asia centrale, promossa dalla Citroën, e durata circa dieci mesi. Tra i partecipanti non vi era nessun cattolico, ma tutti parteciparono alla messa celebrata da padre Teilhard il 1 gennaio 1932 alla missione di Liangchow. È stato conservato il testo dell’allocuzione del sacerdote Teilhard, che è degno di essere inserito in una antologia ideale del Cortile dei Gentili. Scrive il biografo di Teilhard, Claude Cuénot: “Nel corso della Crociera gialla, Teilhard è circondato da infedeli, per non dire da anticlericali militanti. L’ambiente cinese, a parte Wong il buddista, vive in un completo agnosticismo e considera il cristianesimo come qualcosa di incomprensibile. L’ambiente anglosassone fatta eccezione di spiriti religiosi come Barbour o Lucile Swan, è tutt’altro che confortante». E continua: “Alle nove, il padre Teilhard de Chardin celebrò una messa alla quale assistemmo tutti. Nella chiesa dipinta di mille colori, in mezzo a lanterne cinesi, il bambino Gesù è nella mangiatoia. Prima di salire all’altare, Teilhard si volge a noi e dice: ‘Miei cari amici, noi ci troviamo stamani riuniti in questa piccola chiesa nel cuore della Cina per inaugurare con Dio l’anno nuovo. Certamente Dio, per ciascuno di noi qui, non ha lo stesso aspetto, gli stessi contorni precisi. Ma siccome siamo tutti degli uomini non possiamo sfuggire, nessuno di noi, al sentimento e all’idea riflessa che al disopra e davanti di noi esista un’energia superiore alla quale noi dobbiamo riconoscere, dato che essa è superiore, l’equivalente ingigantito della nostra intelligenza e della nostra volontà. È appunto in questa potente Presenza che all’inizio di quest’anno noi dobbiamo raccoglierci per un istante. A questa universale Presenza che tutti ci abbraccia, noi chiederemo prima di tutto di riunirci, come in un comune centro
vivente, a coloro che amiamo e che, tanto lontani da noi, stanno iniziando il nuovo anno.
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* Rosino Gibellini è uno tra i maggiori teologi cattolici italiani, considerato anche tra i più grandi specialisti della teologia contemporanea di livello internazionale. Direttore letterario della casa editrice Queriniana di Brescia, vanta una vastissima produzione bibliografica.