
02 Mag Zaino: il coraggio di viaggiare pesanti
Febbraio 2019. Il pavimento della sala riunioni dell’allora Pontificio Consiglio della Cultura è invaso da una ventina di zaini stropicciati, sporchi, colorati. E più ancora, se possibile, sono stropicciati e colorati i loro rispettivi proprietari, ragazzi e ragazze di circa 20 anni, i primi membri di quel nuovo organo consultivo fortemente voluto dal Card. Gianfranco Ravasi, la Consulta giovanile. Stridono, in quell’ambiente austero e istituzionale, con i loro visi giovani e i vestiti da adulti. Eppure io, seduta tra loro, ho pensato non ci fosse niente di più appropriato e necessario.
La Consulta giovanile è uno dei progetti più significativi e affascinanti che ho potuto seguire e vivere nei miei anni al “Cortile dei Gentili”. È un’esperienza che dovrebbero fare le istituzioni, i politici, i giornalisti e tutti gli adulti che parlano dei giovani dimenticandosi di esserlo stati anche loro.
Nel tempo e da lontano ho seguito i loro percorsi accademici, professionali, di vita, spettatrice sorpresa e ammirata di fronte alla loro inesauribile creatività, tenacia, sensibilità. Nei corridoi del Dicastero e al “Cortile dei Gentili” – con quei loro zaini, testimoni silenziosi – li ho visti trasformare con passione e intelligenza ogni no in si, ogni difficoltà in opportunità, ogni domanda in un’occasione di apprendere. E così da quegli zaini indossati, lanciati, dimenticati, rubati, sono nate storie, amicizie, riflessioni. È nato un dialogo intenso e costruttivo, divenuto la base di un concreto lavoro di promozione di una cultura dell’ascolto e dell’incontro, che bene è stato rappresentato anche negli articoli di questa rubrica.
Lo zaino è una metafora della vita, dicono. Anche secondo me può esserlo. Ma non come lo intendono i più.
Eliminare il superfluo, lasciare sempre andare, viaggiare leggeri: motti – più che reali competenze e convinzioni – che tanto vanno di moda nell’era di internet e dei social network, dove l’elogio alla leggerezza diventa spesso inno alla superficialità.
Ma essere giovani oggi non è leggero e leggere non sono le loro istanze, le loro preoccupazioni, i loro compiti e propositi. Leggero non è nemmeno il mondo in cui si trovano ad abitare, che vive di regole scritte da altri, per altri tempi, per altre età.
E allora, ragazze e ragazzi, dimenticate i falsi miti e i luoghi comuni: non viaggiate leggeri. Non scartate, non ignorate, non buttate via. Non abbiate la presunzione di sapere oggi cosa non servirà più domani. Non cedete alla retorica di chi dice che meno sia meglio di più: le addizioni – e non le sottrazioni – edificano le persone e il mondo.
Abbiate il coraggio di viaggiare pesanti, in una società che vi riduce e semplifica. Restate dentro alle cose, alle esperienze, alle emozioni, non accontentatevi di sfiorarle. Riempite i vostri zaini, riempiteli fino a farli scoppiare, straripare, esplodere. Colmateli di tentativi, errori, desideri, progetti, ambizioni, e ancora, metteteci dentro parole, pensieri, dispiaceri, ricordi, poesie, libri, canzoni. Non dimenticate le amicizie, l’amore, i sentimenti, il cuore. Assicuratevi che nel vostro zaino ci sia posto per aiutare e chiedere aiuto. Per approfondire, studiare, ascoltare, comprendere e soprattutto domandare. Coscienza, dignità, responsabilità, coerenza sono ingredienti ingombranti, ma non devono mancare. Uno spazio dovreste poi riservarlo al perdono: è un gesto di altruismo che vi renderà liberi.
Certo, diventeranno pesanti i vostri zaini, perché pesante a volte è la vita e pesante è la responsabilità di trovare il proprio senso e spazio nel mondo. Sentirete la fatica, ma forti sono le spalle di chi sa guardare al futuro facendosi carico di sé nel presente.
E se lo sforzo appare insormontabile, trovate qualcuno che lo divida con voi. Mi piace pensare che questo, in parte, lo abbiate già fatto qui, insieme, al “Cortile dei Gentili”.
Giulia Tosana, Responsabile Consulta giovanile