Vento del Sud

Appena eletto: “Buonasera!”. L’indomani: “Misericordia!”. E’ un Papa bonario. Origini? Buenos Aires non a caso – traduzione dell’italiano Bonaria (l’importante santuario mariano a Cagliari in Sardegna). L’aria è buona dunque, tira un buon vento. Vento nuovo? Arie nuove. Armoniche per i nostri incalliti cuori postmoderni, in-coscienza desideranti misericordia.

Ma già la mattina d’apertura del Conclave si respirava un’aria di misericordia. Ogni dodici marzo, infatti, ricorre la morte di papa Gregorio Magno, il ‘servo dei servi’, colui che, con Thomas Mann, potremmo definire l’eletto dalla, e nella, misericordia. L’oltre-Edipo, secondo una leggenda che ce ne narra le origini ed il matrimonio incestuosi, ma nonostante ciò, dopo anni di vita solitaria e penitente su uno scoglio nel mare, ancora ‘miserando atque eligendo’ – come vuole il motto vescovile del nuovo vescovo di Roma. E resta indimenticabile la Giornata del Perdono celebratasi proprio il 12 marzo del 2000.

Nell’omelia della messa pro eligendo il cardinal Sodano ha fatto quindi risuonare il salmo 88 – “Canterò in eterno le misericordie del Signore” – e la profezia di Isaia (61,1-3) su “un Messia pieno di misericordia”. Profezia che Gesù, secondo il vangelo della misericordia di Luca, applicò a se stesso. Misericordia sulla Chiesa, quindi, ma anche sul successore di Pietro. E da qui, la missione misericordiosa della Chiesa e del vescovo di Roma come Pastore della Misericordia al servizio della Chiesa universale (Ut unum sint, 91-93). Misericordia intesa, però, come “contatto con la sofferenza, l’ingiustizia, la povertà, con tutte le fragilità dell’uomo, sia fisiche che morali”; come “offrire agli uomini la luce del Vangelo e la forza della grazia”; come via all’unità della Chiesa universale nella quale cooperano e collaborano, cum Petrum, i diversi doni dello Spirito; come amore spinto sino a dare la propria vita. Misericordia, infine, e di nuovo, come “servizio della carità … promuovendo senza sosta la giustizia e la pace”. Dunque …

… Papa Francesco. Nomen omen. Il poverello dalla croce di ferro e “non di oro!” – notarono subito, con una esclamazione, i ragazzi. Riparatore di case (ecclesiali?) in rovina (Is 58,12) hanno pensato i più grandi, ma non contro bensì con e per una Roma rinnovata. L’uomo semplice – e dalle semplici preghiere – che cammina con il suo popolo nella e per la fratellanza: “Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione” (Cantico delle creature). Vescovo di Roma, titolo ripetuto sei volte, compresa quella con cui ha nominato Benedetto XVI – che, ricordiamolo, non si era formalmente espresso al riguardo – “vescovo emerito” di Roma http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350457.

Roma. La Chiesa che per Tradizione “presiede nella carità”. Nuovo ecumenismo? E il resto della tradizione? Rinuncia? Di certo, se sono veri alcuni retroscena degli ultimi conclavi, l’elezione del 13 Marzo 2013 è stata il frutto di una Grande Rinuncia. Cominciata otto anni fa con la ‘rinuncia a prendere il potere’ da parte del cardinal Bergoglio, e passata per la recente ‘rinuncia al potere’ da parte di Benedetto XVI, fino al più difficile, forse, ‘rinunciare alla rinuncia del potere’. Francesco: “uno dei porporati più lontani dal carrierismo, dai giochi, dalle cordate curiali” (A.Tornielli). Uno che, una volta eletto, è tornato a Casa ‘Santa Marta’ – luogo di pernottamento cardinalizio nei giorni del Conclave -, insieme agli altri cardinali sul pulmino, rinunciando ad usare l’auto papale targata ‘Scv1’.

Nel “convito” del quinto capitolo dei Promessi Sposi, questa è la “sentenza” pronunciata da fra’ Cristoforo, su richiesta di don Rodrigo, a proposito di una questione che vedeva duellare (verbalmente) il conte Attilio e il Podestà:

“Il mio debole parere, sarebbe che non vi fossero né sfide, né portatori, né bastonate”.

La risposta meravigliata dei due fu:

“Oh questa è grossa! Mi perdoni padre, ma è grossa. Si vede che lei non conosce il mondo … con queste sue massime lei vorrebbe mandare il mondo sottosopra…”

Appunto: la fine di un mondo. Ecco perché “sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo”. Sì, la storia non è finita, la messa non è finita… https://www.youtube.com/watch?v=kZiYszaiQW8.

sergioventura@cortiledeigentili.com