Silenzio, creatività, pacificazione…

E’ possibile cercare “un’uscita terapeutica” dal “buco nero” della chiacchiera, tipico di un’età (giovanile) spesso prigioniera di un “ego istintuale”? Per Battiato sì. Egli, infatti, la trovò percorrendo le strade dello yoga e del sufismo. Fino alla pacificazione interiore “dentro un Oceano di silenzio sempre in calma”; in quella “pausa”, in quell’“intervallo”, la cui centralità Dorfles invita a recuperare per poter ricominciare a pensare con “qualità creativa”.

In tal senso, coglie nel segno una puntata dei Simpsons, intitolata ‘A denti stretti’. Dopo un inizio in cui è mostrato l’uso eccessivo e violento della parola, Homer si frattura incidentalmente la mandibola. Inizialmente ciò comporta degli svantaggi per le sue abitudini (mangiare, bere, etc.), ma nel tempo egli si accorge che i rapporti con le persone a lui care migliorano. Per la prima volta ascolta veramente i racconti quotidiani della moglie Marge, scoprendo ciò che li accomuna; e non a caso il loro matrimonio ridiventa interessante. Ascolta un disagio vissuto a scuola dalla figlia Lisa che, stupita, lo abbraccia e lo ringrazia. Ascolta il figlio Bart in uno dei suoi (rari) momenti di presa di coscienza, e ne scopre i sentimenti profondi. Ascolta con pazienza i ricordi un po’ sconclusionati dell’anziano padre. Al Gran Galà annuale, a differenza dell’edizione precedente, si comporta in modo ineccepibile e resiste ad ogni tentazione di rovinare la serata. Infine sperimenta come la chiacchiera, lo zapping mentale cominci proprio in televisione; in quel programma – ‘Ciarle pomeridiane’ – cui partecipa illuso di poter testimoniare il sugo della storia“quando non potevo parlare, ho imparato ad ascoltare ed ho scoperto tante cose sulla mia famiglia; rimarreste sorpresi di quante cose si potrebbero sentire se solo qualche volta si ascoltasse”.

Questo rapporto tra silenzio e pensiero creativo può essere sviluppato non solo a livello personale, ma anche politico. Come fa il filosofo francese Francois Jullien nel suo testo Le trasformazioni silenziose. Egli, infatti, esorta l’Occidente a recuperare la capacità di cogliere “le maturazioni silenziose, le trasformazioni continue e globali che però, anche se ci stanno davanti agli occhi, noi non riusciamo a vedere, (…) accorgendocene purtroppo solo alla fine, e spesso in modo brutale, quando la trasformazione è già avvenuta”. La stessa filmografia del regista Nanni Moretti potrebbe essere rivista seguendo un filo rosso che parte dalla chiacchiera di Ecce bombo – “giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio cose” -, passa per le “parole sono importanti” di Palombella rossa, finendo con l’intuizione profetica del silenzio papale in Habemus papam.

In definitiva, come sussurra in mezzo ad un coro notturno di rane e di grilli Ivo Santini, il personaggio interpretato da Benigni nell’ultimo film di Fellini ‘La voce della luna’, “se ci fosse un po’ più di silenzio, se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse qualcosa potremmo capire”…

 

 

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