Per chi suona la campana

Il periodo di lockdown è stato una prova durissima per il nostro Paese, la nostra economia, ma pochi si sono accorti di quanto quei lunghi mesi abbiano penalizzato i giovani. Dall’oggi al domani tra di loro si è creato un vero e proprio distacco fisico e sociale, ritrovandosi chiusi in casa e interagendo solamente attraverso lo schermo di un computer, di un tablet o di uno smartphone per seguire in maniera a dir poco difficoltosa l’orario delle lezioni e avere un contatto “umano” al di fuori di quello con i propri genitori. La quotidianità viene stravolta: gli insegnanti devono escogitare metodi di insegnamento alternativi soprattutto con i più piccoli che si trovano nella fase più delicata del loro percorso di apprendimento; i genitori, in casa, devono aiutare i loro figli in questo sconosciuto mondo della scuola on-line, non con poche difficoltà. Ora la scuola è finita da più di un mese, ma rimane sempre l’incognita per il prossimo futuro. Per chi suonerà la campana a settembre? Ma soprattutto suonerà per tutti?

L’istruzione è il bene più prezioso a cui ognuno di noi può accedere e la scuola è un luogo di opportunità per apprendere nozioni ma anche per crescere nella comunità e sviluppare la propria socialità. E anche Sua Santità Papa Francesco, in passato, ne ha ribadito il ruolo cruciale per la crescita di una persona: “[…] Amo la scuola perché è sinonimo di apertura alla realtà. Almeno così dovrebbe essere! Ma non sempre riesce ad esserlo, e allora vuol dire che bisogna cambiare un po’ l’impostazione. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E noi non abbiamo diritto ad aver paura della realtà! La scuola ci insegna a capire la realtà. E questo è bellissimo! […]”.

Gli effetti sociali del lockdown sui giovani sono stati probabilmente sottovalutati o non compresi totalmente dagli adulti e dalle Istituzioni che, forse, nel rilanciare il Paese, hanno lasciato in secondo piano questo aspetto, sospendendo ogni tipo di decisione. Secondo le prime indagini “Giovani e quarantena”, l’isolamento ha minato le certezze dei ragazzi per il presente e per il futuro, facendo aumentare in loro stati depressivi, disturbi legati all’ansia e la difficoltà di rimanere concentrati durante le video-lezioni. Complice anche lo stravolgimento della routine quotidiana, dalle ore di sonno fuori controllo all’alimentazione irregolare. L’indagine ha, inoltre, evidenziato che un terzo dei giovani intervistati è rimasto sempre connesso attraverso i nuovi strumenti digital, per non sentirsi fuori dal mondo”, mentre il 74% ha evidenziato un profondo senso di solitudine legato alla socializzazione via web.

Senza la scuola e l’istruzione i giovani rischiano di perdere la “bussola”, di sentirsi estraniati dal mondo circostante, perdendo il contatto con la realtà e la vita vissuta.  “La missione della scuola – dice Papa Francesco – è di sviluppare il senso del vero, il senso del bene e il senso del bello. E questo avviene attraverso un cammino ricco, fatto di tanti “ingredienti”. Per questo ogni giorno nel dibattito pubblico ci si interroga su come ritornare alla normalità il prima possibile. A differenza di molte realtà europee che hanno riaperto gradualmente le scuole fin da maggio, l’Italia è il Paese che è andato più cauto di tutti nel prendere una posizione. Dalle recenti linee guida del Ministero dell’Istruzione, l’obiettivo è di tornare in classe a settembre, conferendo pieni poteri ai dirigenti scolastici che prenderanno decisioni nell’intento di garantire uno svolgimento delle lezioni più normale possibile. Tra queste l’organizzazione di ogni possibile spazio adeguato per permettere una didattica meno frontale e più laboratoriale; l’acquisto di nuovi arredi come i banchi singoli; le lezioni di sabato, gli ingressi scaglionati, le classi divise in gruppi e, solo alle superiori, le lezioni in presenza alternate con quella a distanza. Priorità assoluta sarà riconosciuta ai bambini dell’infanzia e agli alunni con disabilità, che più di tutti hanno sofferto la chiusura delle scuole e l’isolamento. Ogni scuola è diversa, perciò saranno importanti anche gli investimenti previsti per interventi di sicurezza e manutenzione di ogni struttura sul territorio nazionale. Attraverso queste misure, la scuola cercherà di riprendersi al più presto il ruolo di luogo di incontro e di apprendimento e gli insegnanti la loro funzione di educatori e di accompagnatori dei giovani in questi anni fondamentali di crescita.