16 Set Nicaragua, Ortega mette al bando oltre 160 ong
La situazione sociale in Nicaragua si sta aggravando sempre più velocemente dopo che il presidente Daniel Ortega ha sancito la chiusura di altre 169 organizzazioni no profit, tra cui Save the Children Canada. Queste ultime realtà finite nel mirino del presidente nicaraguense si aggiungono alle altre 1.500 che nel giro di qualche mese sono state chiuse e considerate fuorilegge. Per la maggior parte sono enti di stampo religioso, ma ci sono anche organizzazioni di carattere solidale, sportivo, indigeno e di ex combattenti sandinisti.
Secondo la gazzetta ufficiale del Nicaragua tra le realtà bandite di recente ci sono Feed the Children Nicaragua, circa 80 chiese e associazioni evangeliche, una quarantina di organizzazioni di allevatori, enti appartenenti a evangelici, pentecostali e battisti, un gruppo di accademici in pensione, e l’associazione “26 febbraio 1978” in memoria di Camilo Ortega Saavedra, fratello del presidente.
È il più grande attacco contro le ong mai registrato in Nicaragua, portato avanti grazie anche all’approvazione di una nuova legge che obbliga queste organizzazioni a operare solo ed esclusivamente in collaborazione con gli enti statali, rendendole quindi assoggettate ad essi e non più indipendenti nel loro operato. Inoltre Ortega e il suo governo hanno accusato le ong non solo di non rendere trasparenti i propri bilanci per periodi che vanno da uno a trentacinque anni ma anche di dirottare i propri soldi altrove per indebolire il regime sandinista. Tutti i beni delle ong sono attualmente confiscati dallo Stato. Per molti questa decisione incontrovertibile è l’ennesima dimostrazione che Ortega vuole smantellare qualsiasi tipo di opposizione nei suoi confronti.
La repressione delle ong era iniziata quando il presidente decise di esercitare il pugno duro contro le proteste degli studenti scoppiate nel 2018. Ortega le additò come un tentativo di colpo di Stato guidato nell’ombra dagli Stati Uniti con la complicità delle istituzioni religiose. Dall’inizio delle proteste antigovernative all’ultimo round di “pulizia” messo in atto nelle ultime settimane, il numero delle organizzazioni chiuse definitivamente e bandite dal Paese del centro America sale a oltre 5.600. Questo atto di forza ha così tolto speranza e possibilità alle comunità più povere e svantaggiate di ottenere aiuti per la propria sopravvivenza.
Nel corso della sua “guerra” contro le ong, Ortega, poi, ha proseguito la sua campagna contro la Chiesa cattolica, definita nel 2022 “una dittatura perfetta” poco dopo che papa Francesco aveva assicurato che ci fosse un dialogo continuativo con le istituzioni e i vertici di Managua. Proprio con l’obiettivo di portare avanti questo suo sentimento anti-Chiesa, oltre alla messa al bando di enti e ong religiose e cattoliche, gli arresti di vescovi e sacerdoti, le espulsioni di preti e suore, in questi giorni il leader sandinista ha predisposto anche una tassazione su elemosine e donazioni dei fedeli, introiti ad oggi fondamentali per la realizzazione di iniziative a sostegno della popolazione da parte delle parrocchie e delle scuole.