11 Mag Il settore dell’editoria religiosa
Il 23 febbraio del 1455 per la prima volta in Europa veniva stampato un libro con l’utilizzo della tecnica a caratteri mobili: si tratta della Bibbia di Gutenberg conosciuta anche con il nome di “Bibbia a quarantadue linee”. Il testo sacro per eccellenza quindi possiede non solo il primato di libro più stampato nel corso della storia, ma stando a dati più recenti, si classifica anche al primo posto come opera più letta al mondo.
Si potrebbe pensare che a leggere la Bibbia o qualsiasi altro tipo di pubblicazione a tema religioso siano solo fedeli e devoti, ma in realtà le motivazioni che portano ad avvicinarsi a questo tipo di letteratura non sono sempre legate alla fede; molti hanno un interesse di tipo culturale e desiderano arricchire o migliorare la propria vita e proprio per questo le case editrici cattoliche contemporanee non trattano solamente temi legati alla religione, ma spesso spaziano in ambiti come la psicologia, la geopolitica, o l’antropologia.
Attualmente i libri religiosi vengono comprati principalmente nelle librerie religiose anche se gli acquisti si stanno spostando sempre di più verso librerie laiche e store on line dove ad essere venduto non c’è solo il cartaceo ma anche l’e-book. La conferma arriva anche da Giuliano Vigini, docente di Editoria all’università Cattolica di Milano, il quale riporta che in Italia le case editrici cattoliche dirigono la loro produzione principalmente verso le librerie specializzate, non potendo affrontare i costi d’ingresso in quelle di catena, anche a causa degli editori laici che generano da soli il 30% dell’editoria religiosa.
Per decenni molti editori religiosi hanno prodotto cultura, fatto opinione, inciso nella vita sociale del nostro Paese, basti pensare alle Edizioni Paoline, o al Centro editoriale Dehoniano per il quale hanno scritto fior di teologi, rendendolo un punto di riferimento nel settore con oltre ottomila titoli e milioni di volumi venduti. Nel novembre 2017 il Centro editoriale Dehoniano ha acquisito il marchio ed il catalogo Marietti 1820, una tra le più antiche case editrici italiane, e nel 2021 ha dichiarato il fallimento, riuscendo a riprendersi solo nel 2022 grazie all’acquisizione da parte de Il Portico Spa, una realtà editoriale con sede a Bologna.
Questo è solo un esempio della situazione in cui versano le case editrici religiose che negli ultimi anni stanno affrontando difficili periodi di crisi. Proprio per questo il 16 marzo scorso, in occasione dell’incontro informale sull’editoria cattolica tenutosi al Dicastero per la cultura, editori e direttori di riviste sono stati chiamati ad esprimere il loro parere sulla precaria situazione attuale del settore e sulle vie percorribili per risolvere almeno alcune delle difficoltà emerse negli ultimi anni.
Il primo problema individuato durante l’incontro è stato un basso livello di lettura seguito dalla mancanza della figura del lettore, che dovrebbe invece essere “coltivato” e stimolato a comprendere il valore della lettura anche da un punto di vista spirituale e culturale attraverso un lavoro di formazione. Per altri anche le istituzioni della Chiesa potrebbero fare molto di più, ad esempio organizzando manifestazioni d’incontro e promozioni editoriali a livello nazionale, come ad esempio una fiera del libro o una rassegna sul “libro del mese”, allo stesso modo in cui Rebeccalibri nella sua rubrica settimanale del venerdì su Avvenire, illustra “I bestseller della fede” le classifiche dei libri più venduti nelle librerie religiose. Durante l’incontro è stata inoltre sollecitata la creazione di biblioteche parrocchiali che potrebbero svolgere un ruolo chiave nell’accogliere e presentare vecchie o nuove opere di cultura cristiana.
A fronte della situazione le case editrici religiose rivolgono uno sguardo di speranza verso il Giubileo del 2025 che potrebbe rappresentare un’imperdibile occasione per rendersi più riconoscibili ed aumentare la propria visibilità