Il Giubileo del 2025

Da dicembre 2025 a gennaio 2026, Roma ospiterà il 27esimo Giubileo della storia ed il secondo nel Pontificato di Papa Francesco, un anno speciale nel quale i fedeli hanno la possibilità di chiedere l’indulgenza plenaria per sé stessi o per i parenti defunti.

La nascita del Giubileo risale ad una antica tradizione ebraica che fissava, ogni cinquant’anni, un anno di riposo della terra, con la restituzione delle terre confiscate e la liberazione degli schiavi; per segnalare l’inizio della festa si suonava un corno di ariete, in ebraico jobel, da cui l’evento prende nome. Il primo Giubileo cattolico fu promulgato nel 1300 da Bonifacio VIII, che notando la crescente affluenza a San Pietro di pellegrini in cerca di perdono in vista dell’inizio del nuovo secolo, decise di concedere l’indulgenza a tutti coloro che avessero fatto visita trenta volte – per i cittadini romani, quindici per i forestieri – alle basiliche di San Pietro e di San Paolo fuori le mura.

L’anno santo si sarebbe dovuto ripetere ogni cento anni ma successivamente la cadenza fu portata a 50 anni, poi a 33 e infine a 25 anni per permettere a ogni generazione di vivere almeno un Giubileo. Il Giubileo è ordinario se legato a scadenze prestabilite; straordinario se viene indetto per qualche avvenimento di particolare importanza, come quello del 2015 voluto da Papa Francesco in occasione del 50º anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II.

Il rito più conosciuto è l’apertura della Porta Santa: una porta che viene murata per essere aperta solo durante l’Anno santo ed è presente nelle quattro basiliche maggiori di Roma: San Pietro, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggiore.

Il rito della Porta Santa esprime simbolicamente il concetto che, durante il Giubileo, è offerto ai fedeli un “percorso straordinario” verso la salvezza, che può essere raggiunta se si possiedono alcuni requisiti: bisogna essere battezzati, confessarsi, partecipare alla comunione eucaristica, seguire la preghiera secondo le intenzioni del Papa e compiere un’opera.  I pellegrinaggi in santuari o in luoghi giubilari sono considerati opere di pietà mentre il digiuno o l’astensione dai consumi superflui, valgono come opere di penitenza. Così oggi il Giubileo fa riferimento alla missione di Cristo e a quanti lo seguono ed in questo modo il Cristianesimo ha trasmesso al Giubileo ebraico un significato più pieno e più profondo.

In vista dell’evento, la città di Roma ha pianificato una serie di investimenti per migliorare i servizi pubblici in modo da poter far fronte all’ingente afflusso di turisti e visitatori da tutto il mondo. Quattro gli ambiti degli interventi: riqualificazione e valorizzazione; accessibilità e mobilità; accoglienza e partecipazione; ambiente e territorio per un totale di 2,3 miliardi di euro stanziati.

«Il prossimo Giubileo potrà favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza. Per questo ho scelto il motto Pellegrini di speranza» queste le parole del Santo Padre che inoltre invita tutti a «tenere accesa la fiaccola della speranza» e «fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante».

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