L’intelligenza artificiale: un “cantiere in corso”

Giovedì 6 luglio si è tenuto l’appuntamento del “Cortile dei Gentili”, organizzato in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, dal titolo “Intelligenza artificiale: una sfida etica?”.

A raccontare il complesso fenomeno dell’IA e il suo impatto sulla società sono state importanti personalità del mondo accademico, scientifico e tecnologico, il cui dialogo ha lasciato aperte numerose domande sul futuro di questo grande “cantiere in corso”.

Ad inaugurare l’incontro l’ambasciatore Daniele Mancini che, raccontando come i progressi delle scienze e della tecnologia abbiano raggiunto una “velocità di fuga” in questo inizio di secolo, ha delineato i confini di una società in cui l’accumulazione senza precedenti di innovazioni sta sfumando sempre più le frontiere tra uomo e macchina.

A prendere la parola poi il Cardinale Gianfranco Ravasi, che ha focalizzato l’attenzione sulle ricadute etiche e le implicazioni socio-esistenziali che gli orizzonti della scienza e della tecnica ci stanno ponendo: “Proprio per questo – ha spiegato – risulta estremamente significativo un dialogo tra diverse personalità che, da prospettive differenti, conoscono e vagliano un orizzonte così importante per la società, la cultura e le stesse religioni”.

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Sebastiano Maffettone, professore ordinario della LUISS Guido Carli, ha virato il suo intervento sull’ambito dell’etica pubblica, soffermandosi su come il sistema politico non riesca a comunicare adeguatamente fatti e valori perché non sempre in grado di inquadrare nei suo processi discorsivi e deliberativi le Information and Communication Technologies (ICT). Come risposta a questo problema ha delineato la Blockchain, quella tecnologia informatica che rende possibile il bitcoin, cioè la moneta elettronica, che potrebbe far penetrare poco a poco nella vita pubblica le ICT.

Il professore della Oxford University, Luciano Floridi, ha fatto notare, invece, come oggi l’IA, essendo presente sempre più nella nostra vita quotidiana, sia interessata alla qualità del risultato, non alla natura del processo. È inevitabile che questo generi questioni etiche, che si riassumono in distrazioni, sfide, ripensamenti, e che molti temano che l’IA ci possa superare e sopraffare. Ma si tratta di una paura scientificamente infondata: l’IA, secondo la sua opinione, sarà una forza ecologica buona, che ci aiuterà a risolvere i mali che opprimono l’umanità e il nostro pianeta.

Padre Paolo Benanti, professore della Pontificia Università Gregoriana, ha posto una domanda: uomo e robot possono coesistere pacificamente? Quattro sono le capacità che le macchine sapiens devono sviluppare per convivere con gli uomini: intuizione, competenza alla base della duttilità che caratterizza la specie umana; intellegibilità, in modo che il robot renda il proprio agire comprensibile all’uomo; adattabilità, perché la macchina deve adattarsi alla personalità dell’umano con cui coopera; adeguarsi, all’obiettivo della specifica situazione. Nell’epoca dell’IA sono i quattro parametri che tutelano la dignità della persona.

A seguire si sono alternati gli interventi dell’onorevole Maria Chiara Carrozza, del Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Massimo Inguscio, e della professoressa Barbara Henry, che hanno parlato delle interazioni e regolazioni dei rapporti tra umani e robot, e della morale di questa relazione.

In conclusione, l’intervento della Ministra Valeria Fedeli, che ha dichiarato: “siamo secondi in Europa dopo la Germania e diventa sempre più importante che in Italia se ne possa discutere in termini pubblici dandoci anche delle regole, perché dobbiamo immaginare l’intelligenza artificiale non solo come uno sviluppo della ricerca importante ma soprattutto come uno strumento al servizio del benessere delle persone”.