USA: il Paese delle armi

È tempo di dire basta all’uso indiscriminato delle armi! Impegniamoci tutti perché tragedie così non possano più accadere”. È stato questo il grido di Papa Francesco in piazza San Pietro, in occasione della recente strage nella scuola elementare in Texas, costata la vita a 21 persone, 18 bambini e 3 adulti, l’ultimo episodio di una lunga serie che insanguina da tempo tutta l’America, il secondo per gravità nella storia americana avvenuto in una scuola. Un problema, quello della detenzione e uso di armi da fuoco, che negli Usa è diventato una vera e propria emergenza: “Abbiamo più armi da fuoco che persone”, ha denunciato il cardinale Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, condannando pubblicamente le leggi che consentono il possesso di armi.

La strage di Uvalde in Texas, del 24 maggio, è avvenuta solo dieci giorni dopo un’altra strage in un supermercato di Buffalo. Chiese, scuole e negozi sono infatti sempre più frequentemente le scene della follia omicida. Il numero di morti da arma da fuoco in Usa è ormai superiore a quello causato da incidenti stradali. Nel 2020 sono morte 45.222 persone per armi da fuoco, di cui 2.200 sotto i 18 anni. Il numero delle stragi negli ultimi 10 anni è cresciuto, così come quello delle vittime. Si stima che i civili possiedano circa 393 milioni di armi da fuoco e che circa il 42% delle famiglie del Paese possieda almeno una pistola. In particolare gli Stati Uniti hanno il più alto numero al mondo di armi da fuoco pro capite, con 120 pistole ogni 100 persone. D’altra parte il diritto di possedere armi è garantito dal Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, mentre a livello federale sono tre le fonti di diritto che governano la legge sulle armi: il National Firearms Act del 1934, il Gun Control Act del 1968 e appunto il Secondo Emendamento della Costituzione del 1971.

L’escalation di violenza sta generando nel Paese una crescente insicurezza e i cittadini americani premono sul Congresso per una riforma federale che controlli la vendita e l’uso delle armi. In questo Paese la politica delle armi è caratterizzata dalla contrapposizione di due principali ideologie: da una parte chi sostiene il controllo delle armi da fuoco e dall’altra chi vorrebbe invece un rafforzamento delle normative che regolano il possesso delle armi. Forse un primo passo verso un miglioramento della soluzione è rappresentato dalla recente firma di Joe Biden alla legge che pone un primo freno all’uso delle armi negli Usa. Questa legge, la prima dopo molto tempo ad affrontare la materia, prevede anche finanziamenti per gli Stati che si impegneranno a non vendere armi ad individui considerati pericolosi e a chi è accusato di violenze domestiche, e include un rafforzamento dei controlli sui precedenti penali di chi acquista un’arma. Il nuovo provvedimento non prende però in considerazione la vendita di fucili d’assalto e caricatori. Si tratta di un inizio, un segnale, ma sicuramente la strada per rendere gli Usa un Paese meno “armato” è lunga e c’è ancora molto da fare.