Un 25 novembre per dare voce alle sorelle senza voce

La strage delle donne continua nel nostro Paese con una frequenza terribile. I dati del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, aggiornati al 19 novembre 2023, parlano di 295 omicidi da inizio 2023, 106 in cui le vittime erano donne. Sono aumentati inoltre i delitti commessi in ambito familiare (da 124 a 130) mentre si è registrato un decremento del numero di vittime di sesso femminile, passato da 91 nel 2022 ad 87 nel 2023. Di queste 87, 55 sono morte per mano del partner attuale o precedente, uno scenario ancora troppo ricorrente se si considera inoltre che la quota di donne che non parlano delle violenze subite e non le denunciano rimane ancora molto alta. Una situazione che si verifica in Italia dal momento che le denunce sono ancora sottovalutate, gli interventi sono tardivi e spesso chi denuncia viene rimandato a casa in mancanza di prove concrete di rischio. Troppo spesso le storie di violenza si somigliano e lasciano la sensazione che in qualche modo il peggio si sarebbe potuto evitare.

Quest’anno il Telefono Rosa ha documentato un aumento del 25% delle segnalazioni di violenza rispetto al 2022. L’associazione, che dalla sua fondazione si è sempre occupata di aiutare le vittime di violenza, nel corso degli anni ha assistito circa 715.000 donne tramite consulenze legali e civili e supporto psicologico. Le donne che hanno scelto di affidarsi al Telefono Rosa sono spesso riuscite ad uscire dalle situazioni di violenza in cui erano incastrate, grazie al supporto delle volontarie, all’aiuto legale e al ritrovato benessere psicologico che ha permesso loro di raggiungere la piena autonomia e di riprendere in mano la loro vita. «Noi partiamo dalle scuole, educando le giovani generazioni al rispetto e alla parità di genere», ha puntualizzato la presidente di Telefono Rosa, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli. «La violenza è una questione culturale e la formazione può davvero fare la differenza». Con queste parole e con una lettera aperta diretta alla Premier Meloni, la Carnieri Moscatelli si è rivolta al Governo chiedendo di inserire la violenza di genere tra le priorità del Paese.

La risposta del Consiglio dei Ministri è un disegno di legge, composto da 18 articoli, approvato il 26 ottobre scorso e contenente le norme per il contrasto alla violenza domestica e alla violenza sulle donne. Tra gli obiettivi quello di velocizzare i tempi per l’applicazione delle misure cautelari, con termini stringenti per pubblici ministeri e giudici, e di dare priorità alla trattazione di processi in materia di violenza di genere e domestica rendendo specializzati i pm, cercando di assegnare i fascicoli riguardanti la violenza sulle donne sempre agli stessi.  Si prevede inoltre il rafforzamento delle misure cautelari, l’applicazione del braccialetto elettronico, l’obbligo di rispettare la distanza minima di avvicinamento di 500 metri dalla vittima e l’ampliamento delle fattispecie di reato per cui si possono applicare le misure precauzionali, tra cui anche revenge porn e sfregio del viso con l’acido.

«Sono ancora tante le donne sopraffatte dal peso del dramma e della violenza» le parole di Papa Francesco nel messaggio alla campagna contro la violenza sulle donne organizzata da Rai Radio1 Gr1 e Cadmi D.I.Re. «Ma dove c’è dominio c’è abuso! Non è amore quello che esige prigionieri. Il Signore ci vuole liberi e in piena dignità! Davanti alla piaga degli abusi fisici e psicologici sulle donne c’è l’urgenza di riscoprire forme di relazioni giuste ed equilibrate, basate sul rispetto e sul riconoscimento reciproci. I condizionamenti di ogni tipo vanno contrastati con un’azione educativa che, a partire dalla famiglia, ponga al centro la persona con la sua dignità.»

«È nostro dovere ha concluso – e responsabilità di ciascuno, dare voce alle nostre sorelle senza voce: le donne vittime di abuso, sfruttamento, emarginazione e pressioni indebite. Un invito, quello del Santo Padre, a non restare indifferenti ma ad agire a tutti i livelli, con determinazione e con coraggio.