Thinking outside
del box

L’espressione “to think outside the box” è utilizzata nel management moderno per descrivere la risoluzione di problemi a partire da prospettive innovative. Il sociologo Edward De Bono, studiando il fenomeno del “pensiero laterale”, postulò che esso si basasse sul concentrarsi sulle diverse angolazioni di un dilemma e non nel cercarne una soluzione lineare. Vi sono, nella storia della scienza, vari esempi di questa capacità ma uno, molto interessante, è quello di Nicolas Léonard Sadi Carnot (1793-1832), nato in una famiglia che per due secoli contò influenti magistrati, militari agguerriti, brillanti scienziati e politici autorevoli (Valéry Giscard d’Estaing essendone stato, anche lui, un discendente).

Prima della Rivoluzione, il suo babbo Lazare fu destinato da giovane tenente alla garrison d’Arras e lì entrò nella Société des Rosati, un circolo di intellettuali e artisti come ne esistevano molti durante l’Illuminismo. Lì, Lazare Carnot s’invaghì del poeta persiano Sadi da Siraz (1210-1291), autore della raccolta di poesie Golestan (Il giardino delle rose) e s’impregnò della cultura dei suoi membri, fra cui Maximilien de Robespierre. Tornato a Parigi come membro della Convention (poi della Assemblée Constituante, poi della Assemblée Nationale, poi del Comité de Salut Publique, poi del Directoire, e infine, ministro degli interni di Napoleone), Lazare, conosciuto per la sua creatività geniale, fu inviato a riorganizzare l’Armée du Nord, che salvò le ambizioni rivoluzionarie minacciate dagli austriaci nella battaglia di Wattignies nelle Fiandre (1793), assicurandogli il titolo di Organisateur de la Victorie.

Il giovane Sadi aveva preso tutto dello spirito ecclettico del padre. Seppure formato come ingegnere militare all’École Polytechnique, era un patito di teatro e di musica (sua madre Claude era una grande pianista) e passava il suo tempo libero a saziare il suo appetito culturale fra il Louvre e il Jardin des Plantes. Sadi scrisse un solo trattato prima di morire di colera a 36 anni – Réflexions sur la puissance motrice du feu et sur les machines propres à développer cette puissance – che nacque da una intuizione straordinaria: il calore poteva trasformarsi in forza. Con lui, nacque una nuova disciplina scientifica importantissima, a metà strada fra la chimica e la fisica, battezzata anni dopo da leggendario Lord Kelvin, con il nome di “termodinamica”.

La lezione da trarre dalla vita di Sadi Carnot – a cui sono ancora associati i termini di ciclo de Carnot, macchina di Carnot, efficienza di Carnot – è che per pensare lateralmente bisogna conoscere tante cose. Il sapere è sempre utile, qualsiasi sia la sua forma, perché è proprio il sapere, sotto le sue tante forme, che permette di pensare sotto angoli diversi, scoprendo legami nuovi e inaspettati.