Se l’elemosina si fa col Bancomat

Negli Usa e in alcuni Paesi dell’Unione Europea è una pratica diffusa in uso già da 15 anni, ma da noi, ultimo Paese in classifica europea per pagamenti digitali, l’ingresso del Pos in Chiesa ha suscitato scalpore e qualche perplessità. Per offerte, elemosine o per celebrare una messa di suffragio anche in alcune Chiese italiane, la carta di credito sta soppiantando la tradizionale moneta con alcuni vantaggi, come lo stop ai furti nelle cassette delle offerte e una maggiore trasparenza. In Gran Bretagna già il 35% delle donazioni è elettronica, mentre in Svezia, il Paese europeo che fa minor uso di contanti, le transazioni in contanti sono ridotte all’1/2%. E in Italia? Tutto è partito da Chioggia nel 2019, per iniziativa di Monsignor Vincenzo Tosello della Parrocchia di San Giacomo, quando in questa parrocchia e in altre due Chiese del comune veneziano (la Cattedrale e la Chiesa di San Martino) è comparso un touchscreen luminoso con tre opzioni: offerta candela, offerta messa, offerta libera. Ma si può anche fare tutto da casa o dall’ufficio con uno smartphone, al sito www.donatelumen.org si può scegliere la Chiesa e fare l’offerta che si vuole.

Avviata in tempo di Covid al fine di evitare il più possibile qualsiasi forma di contatto, l’iniziativa, da soluzione temporanea pare essere diventata una innovazione permanente. Una piccola grande rivoluzione a cui rimane comunque affiancata la possibilità di fare le offerte in modo tradizionale. E i rischi per la privacy? Gli esperti ricordano che le banche hanno limiti ben precisi riguardo l’uso dei dati personali o cosiddetti sensibili, che non vengono comunicati alla parrocchia destinataria dell’offerta. Solo vantaggi quindi? In realtà c’è chi lamenta, come don Luca Peyron, docente di teologia dell’innovazione all’Università Cattolica di Milano, il rischio di una diminuzione dei rapporti interpersonali, quell’esperienza di incontro tra persone al momento dell’offerta o al momento dell’accensione di una candela, dopo avere pregato insieme, che è arricchimento umano e spirituale e che viene a mancare completamente nella donazione a distanza.

L’esperimento segue d’altra parte il trend di questi tempi dove la gente gira con sempre meno denaro in tasca e si sta abituando a pagare anche un semplice caffè con la carta di credito. Perché quindi non poteva avvenire la stessa cosa in Chiesa? La Chiesa d’altra parte è stata sempre al passo con i tempi e con la transizione digitale. Lo stesso Papa Francesco sappiamo che è seguitissimo su Twitter, e proprio sulla piattaforma le parole del Pontefice riguardo l’elemosina sono ancora una volta illuminanti: «Fare elemosina – ha scritto – ci aiuta a uscire dalla stoltezza di vivere e accumulare tutto per noi stessi, nell’illusione di assicurarci un futuro che non ci appartiene». Un insegnamento che va al di là delle modalità in cui l’elemosina viene fatta. Un gesto che ha valore sia che si faccia cadere una moneta nella cassetta delle offerte in Chiesa, sia che la si faccia arrivare da remoto dalla propria abitazione o strisciando la carta di credito su di un touchscreen.