Promozioni e retrocessioni planetarie

Alle elementari, abbiamo memorizzato la lista dei pianeti del sistema solare: da Mercurio fino a Plutone. Quest’ultimo, essendo molto lontano (la Terra è a 150 milioni di chilometri dal Sole, mentre Plutone, è a quasi 6 miliardi) e molto piccolo (il volume della Luna è tre volte più grande), fu scoperto nel 1930 da Clyde Tombaugh (1906-1997) che eseguì un lavoro certosino, comparando migliaia di fotografie scattate da un astrografo dell’osservatorio fondato da Percival Lowell, a Flagstaff in Arizona. Il nominativo Plutone fu scelto perché il nome originale del Dio dell’oltretomba (Ade) probabilmente significava “quello che non si vede” o “quello che si nasconde” e anche perché incominciava con le iniziali di Lowell, che fino alla sua morte nel 1916, era rimasto fermamente convinto dell’esistenza di un nono pianeta, che aveva denominato: Planet X.

La scoperta, però, non portò solo della gioia a Tombaugh. Essendo di origini contadine e non avendo completato il dottorato, vi furono nei suoi confronti sentimenti di gelosia accademica che portarono al suo licenziamento dall’osservatorio di Flagstaff e che gli costarono una lunghissima causa legale introdotta della vedova di Lowell, che riteneva che le ricerche del defunto marito avevano già individuato il corpo celeste nel 1915. A rendere la situazione ancora più spinosa, fu il fatto che Plutone divenne poco a poco oggetto di vivaci discussioni nella comunità scientifica; cinque anni prima della sua morte, Tombaugh vide persino emergere l’ipotesi che, poiché altri corpi vicini a Plutone e di massa simile erano stati identificati, a Plutone non doveva più essere attribuito lo status di nono pianeta del sistema solare. Ipotesi che si concretizzò dopo la sua morte quando, nel 2006, l’Unione Astronomica Internazionale decise di declassare Plutone nella categoria di “pianeta nano” (e quindi non facendo pienamente parte del sistema solare), in quanto la sua massa non gli permetteva di attrarre sufficientemente altri oggetti nella propria fascia orbitale.

Paradossalmente, se Tombaugh fosse ancora vivo, potrebbe rallegrarsi di questa retrocessione. Poco dopo la scoperta di Plutone, infatti, egli aveva osservato che la zona limitrofa del presunto nono pianeta era molto interessante. Quella zona, dal 1993, è chiamata Fascia di Edgeworth-Kuiper: si tratta di una banda circolare, zeppa di migliaia di piccoli corpi celesti, che orbitando lontanissimi intorno al Sole, sono fortemente influenzati dalla gravità di Urano. La complessità dei fenomeni che si producono nella Fascia di Kuiper potrebbe essere la chiave per capire come si costituiscono i pianeti intorno alle stelle, che sono difficili da osservare visto che si verificano principalmente nei dischi proto-planetari intorno a stelle nascenti, distanti a milioni di anni luce dal nostro sistema solare. La controversa scoperta di Tombaugh, alla fine dei conti, forse era più importante di quanto si poteva prevedere. Se può consolare gli incompresi, tocca sempre ai posteri l’ardua sentenza sulla vera gloria.