Pietro l’Apostolo: una figura affascinante e complessa

Proprio Pietro è colui che Papa Francesco prende ad esempio per quello che lui definisce “apprendistato della fede”. Il cristiano crede in Gesù Cristo ma ci vuole pazienza, tempo e umiltà perché il suo modo di pensare e di agire aderisca veramente alle parole del Vangelo. Pietro, a cui l’incontro con Dio ha cambiato la vita, incarna i dubbi e le paure del credente. “Impariamo da Pietro – ha detto Papa Francesco in occasione delle celebrazioni per i santi patroni di Roma Pietro e Paolo – ad avere fede nelle difficoltà”. “Anziché scoraggiarsi – ha aggiunto – occorre “farne occasione per crescere nella fiducia verso il Signore”. Pietro, quindi, liberato dal senso della sconfitta e dalle insicurezze, si fa paladino di una Chiesa libera e accogliente, come ognuno di noi, se saprà accogliere veramente il Signore, potrà essere

Una figura complessa da scoprire e conoscere, quella dell’Apostolo Pietro, un missionario da emulare certo ma anche un uomo in cui ci si può riconoscere, con i suoi punti deboli. E il ciclo di incontri “Lectio Petri”, che si svolge nella Basilica Vaticana da ottobre a marzo, ha proprio lo scopo di accendere i riflettori sulla vita e la vocazione dell’Apostolo, attraverso la cultura, le arti e la storia. L’iniziativa è promossa dalla Basilica di San Pietro, dalla Fondazione Fratelli Tutti e dal Cortile dei Gentili e il primo dei quattro incontri si è tenuto martedì 25 ottobre.

La figura di San Pietro, servo e apostolo di Gesù, è emerso in questo primo incontro come paradigma della vita di ogni uomo, credente o non credente, Pietro infatti più di ogni altro ha manifestato la sua fede e il suo amore verso Cristo attraverso dubbi e debolezze. D’altra parte è conosciuto da tutti ed è stato ricordato dal Cardinale Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura e fondatore del Cortile dei Gentili, durante il primo incontro, il triplice tradimento di Pietro che per tre volte negherà di conoscere Gesù. Il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro, introducendo l’incontro, ha sottolineato come fragilità e passionalità abbiano caratterizzato il cammino del Santo, come quello di ogni uomo, spinto verso un anelito di eternità. L’itinerario proposto in questo primo incontro è voluto essere un percorso alla portata di tutti coloro che laicamente cercano la profondità dell’essere umano e che si interrogano sul senso e sul fine dell’esistenza. Un cammino che, partendo dalla testimonianza delle Scritture, ha portato ad indagare aspetti teologici, storici, letterari, culturali che hanno caratterizzato la persona e la vita di Pietro. Il cardinale Gianfranco Ravasi, ha sintetizzato in tre simboli legati alla figura dell’Apostolo il valore della sua esistenza e del suo esempio. Il primo simbolo: la pietra, immagine biblica di stabilità e sicurezza, che darà all’Apostolo, il cui nome originario era Simone, il nome stesso di Pietro; il secondo simbolo: le chiavi, che incarnano il senso del potere ma includono anche il significato di dare un senso e una interpretazione; la terza immagine associata a Pietro, nelle parole del Cardinale Ravasi, è l’immagine di tipo forense e abbraccia la funzione di esortare e ammonire i fedeli. Pietro quindi non solo è rappresentante – dice il Cardinal Ravasi – del fondamento che è Cristo, ma riunisce in sé anche la funzione di insegnamento all’interno di una comunità.

Il prossimo incontro, sul tema del primato petrino: “Su questa pietra edificherò la mia Chiesa”, si terrà invece martedì 22 novembre nel quale si confronteranno il teologo cattolico Prof. Don Dario Vitali, il teologo protestante Prof. Paolo Ricca, e il teologo ortodosso Prof. Dimitrios Keramidas.

La Lectio del 17 gennaio riguarderà invece la figura del Santo nella cultura e nella storia: “Rendere ragione della speranza che è in noi”. Il Cardinal Ravasi farà un’analisi delle due Lettere di Pietro e della Lettera di Plinio, che tratta la vita dei primi cristiani ed è una delle più antiche fonti. Il Professor Giuliano Amato, Presidente emerito della Corte Costituzionale italiana e della Fondazione Cortile dei Gentili interverrà a conclusione in proposito al rapporto tra fede e società. Sarà poi la Lectio Petri “Quo vadis” l’ultimo incontro, che concluderà la rassegna il prossimo 7 marzo. Personalità del mondo della cultura racconteranno come la figura di Pietro abbia attraversato i secoli nell’arte, nella musica e nella letteratura.

Il Cardinale Gambetti ha sottolineato che questi primi quattro incontri sono solo l’inizio: sarebbe importante continuare a proporre ciclicamente questi itinerari di Arte e Fede che si rivolgono tanto ai credenti quanto ai non credenti. Infatti, come ha spiegato il Cardinal Ravasi: “Pietro, il cui nome è il più citato nel Nuovo Testamento, dopo quello di Cristo, è stato un mediatore tra le Chiese giudeo-cristiane e quelle pagane e, secondo l’Apostolo Paolo, è stato il primo testimone ufficiale della risurrezione di Cristo, ma il suo impatto non riguarda solo la fede e la tradizione cattolica. Questa iniziativa è particolarmente significativa proprio per questo: ogni incontro contribuirà ad offrire un aspetto, un profilo differente dell’Apostolo Pietro, nella teologia, nelle arti, nella storia e nella cultura. Vogliamo rivolgerci alle persone credenti, ma anche ai non credenti”.