“Periferie: La bellezza che ancora non c’è”

Venerdì 21 aprile a Rimini si è concluso il ciclo di conferenze La città che ci sta a cuore, organizzato dalla diocesi di Rimini.

In questo ultima tappa al centro della riflessione sono state le periferie architettoniche e umane di un mondo, quello attuale, in cui sempre più spesso la trascuratezza urbanistica si accompagna al disagio sociale e favorisce l’annidarsi di un malessere che non di rado sfocia in manifestazioni violente e radicalizzazioni politiche.

Ad introdurre l’incontro Padre Laurent Mazas. Qui il suo discorso.

«Carissimi Amici,

sono onorato di poter esprimere la gratitudine del Cardinale Gianfranco Ravasi e del “Cortile dei Gentili” per questa bellissima iniziativa del Progetto Culturale della Diocesi di Rimini per un ciclo di conferenze su “La città che ci sta a cuore. Per una cittadinanza attiva e responsabile”, e particolarmente per questa conferenza finale sulle “Periferie: La bellezza che ancora non c’è”.

Mi permetto di salutare con grande affetto S.E. Mons. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna: siamo stati per molti anni vicini di casa mentre era a Santa Maria in Trastevere e noi del Pontificio Consiglio della Cultura, nel Palazzo accanto. Saluto anche molto cordialmente l’Architetto Eduard Mijic. Oltre alla passione del Cardinale Ravasi per l’architettura, il tema della Città, con le sue strutture architettoniche e umane, è stato più volte affrontato dal “Cortile dei Gentili”: cito un bellissimo evento su “La Piazza e il Tempio” con il grande filosofo canadese, Charles Taylor, l’autore del famoso studio L’Età secolare, e un altro evento, molto significativo, con 400 liceali dal titolo assai suggestivo “La Città: Babele o Gerusalemme?” al quale aveva partecipato, caro Architetto, un Suo collega e collaboratore di Renzo Piano, l’architetto Massimo Alvisi. Entrambi gli eventi si possono trovare sul sito del “Cortile dei Gentili” con i rispettivi video.

Quando abbiamo lanciato questa iniziativa del “Cortile dei Gentili”, siamo voluti scendere in piazza alla ricerca di volti accoglienti e pronti a “attaccare bottone”, per arricchire e arricchirsi in termini di pensiero, di essere umani, perché nel dialogo si annida un potenziale enorme! Infatti, il “Cortile”, cioè la piazza, è uno spazio aperto a tutti i venti, a differenza del palazzo che rimane chiuso. Si tratta dunque di un luogo di libertà e di scambi simpatici tra gente chiamata a vivere insieme, senza nessuna esclusione gli uni degli altri. Trovo, dunque, il tema di questa conferenza fondamentale perché è solo partendo dalle periferie che è possibile cambiare qualcosa in questa nostra società segnata, ormai, da troppa disuguaglianza che genera manifestazioni violente e radicalizzazioni politiche.

Purtroppo, chi parla di periferia, molto spesso, si riferisce a zone emarginate, luoghi d’ingiuste esclusioni di quei “privilegi” accordati a chi vive al “centro”. Papa Francesco ha messo le periferie al centro – nel cuore – delle preoccupazioni del suo Pontificato e, quindi, delle nostre. Grazie, cara Eccellenza, per la Sua testimonianza: sappiamo tutti che è da una vita che si prodiga per gli emarginati, per coloro che non hanno voce, e ho visto il loro affetto nei Suoi confronti. Grazie anche, caro Architetto, per il Suo contributo, arricchito dalla collaborazione con Renzo Piano, a una riflessione che sarà, lo spero davvero, utile per la città di Rimini e per altre che vorranno diventare città unite e non frammentate, città uniche proprio perché unite.

Vorrei concludere con quattro brevi sollecitazioni:

  • – La prima riguarda la nozione di laicità. Lo spazio della città è aperto a tutte le persone, qualsiasi siano le loro credenze e convinzioni. La laicità è considerata da alcuni come un metodo di pensiero che richiede di non rinunciare alle proprie verità e, al contempo, di non pretendere di imporle. Quale sarebbe lo spazio per il Tempio? E quali templi possono pretendere spazio accanto alle piazze?
  • – La seconda attiene il terreno comune su cui questo metodo laico deve portare credenti e non credenti. Il terreno, per l’appunto, della spiritualità, che è, per tutti, quello della ricerca del senso, dell’etica condivisa. Sto organizzando un evento al Quirinale, la mattina del prossimo 12 giugno, proprio su questo tema: “Laicità e spiritualità”;
  • – La terza concerne l’umiltà, predisposizione mentale essenziale per il rispetto della laicità e della diversità. Come favorire questa virtù in una cultura inquinata da un bias comunicativo?
  • – Infine, la quarta e ultima sollecitazione, riguarda la bellezza, perché è un elemento decisivo non solo nell’esperienza spirituale, ma anche sociale. È il motore del senso della dignità, del decoro umano. Credo che il mondo intero si aspetti dall’Italia una maggiore preoccupazione per dotare le vostre città, soprattutto le loro periferie, di “una bellezza che ancora non c’è”!»

 

Padre Laurent Mazas