01 Set L’Italia dei non lettori
Per moltissimi italiani le vacanze estive rappresentano il momento ideale in cui riscoprire l’interesse per la lettura e dedicarsi ad un passatempo che spesso passa in secondo piano durante l’anno.
Dai dati ISTAT emerge che nel 2021 nel Bel Paese solo il 40,8% della popolazione ha letto almeno un libro durante il tempo libero, una quota non elevata ma comunque più alta rispetto al 2020 e che porta la maggior parte degli italiani a classificarsi come lettori deboli in opposizione ai lettori forti ovvero coloro che dichiarano di leggere 12 o più libri durante l’arco dell’anno.
In termini di genere ed età la maggior parte dei lettori risulta essere costituito da donne, da adulti ed over 60, per lo più provenienti dal Nord Italia e da centri urbani. Anche i giovani leggono ma meno del previsto: secondo gli studi presentati durante l’ultima edizione del Salone del Libro di Torino da CEPELL (Centro per il libro e la lettura) e AIE (Associazione Italiana Editori) la fascia di età che non si dedica alla lettura è quella tra i 15 e i 17 anni, con provenienza dalle regioni del Sud.
In termini di preferenze gli italiani leggono in maggioranza romanzi, fumetti, e libri per bambini che costituiscono il 50,7% delle vendite totali, mentre il restante 49,3% è coperto dalla saggistica e dalla manualistica non universitaria. Dal rapporto sullo stato dell’editoria, pubblicato a fine ottobre 2022 a cura dell’Ufficio studi AIE, il 2021 risulta essere stato un anno molto positivo che ha confermato l’Italia come la sesta editoria nel mondo dopo USA, Cina, Germania, Regno Unito e Francia e come quarta in Europa. Il mercato dei libri cartacei è rimasto saldo e nel 2022 è arrivato a crescere fino a 1.775 miliardi di Euro seguito da quello degli audiolibri che ha visto aumentare il valore degli abbonamenti da 24 a 25 milioni tra il 2020 ed il 2021.
Nonostante i risultati positivi del settore però l’editoria italiana oltre a dover fare i conti con inflazione, aumento dei costi di materiali ed energia e crisi per gli operatori della filiera, trova nei dati degli ultimi anni un’importante sfida: i lettori sono diminuiti passando dal 65% nel 2019 al 59% nel 2020 ed al 56% nel 2021.
Tra le nuove sfide c’è sicuramente la necessità di avvicinare gli italiani alla lettura, soprattutto i giovani. Negli ultimi anni sui social si sta verificando un fenomeno in rapida espansione: quello degli influencer dei libri o “bookinfluencer”, ragazzi e ragazze, ma soprattutto lettori, che creano e condividono contenuti che possono influenzare l’andamento del mercato contribuendo a diffondere il piacere della lettura creando delle vere e proprie community di utenti.
In questo modo l’utilizzo dei social è utile non solo ai lettori che riescono a scoprire nuovi libri e nuovi autori, ma anche agli scrittori stessi che possono così pubblicizzarsi e promuoversi raggiungendo il loro pubblico attraverso canali più immediati ed innovativi.
Ciò che piace di questi bookinfluencer è la spontaneità, il poter ascoltare le loro opinioni in quanto lettori e non in quanto critici. Proprio per questo la loro è una pubblicità che funziona a che si rivela utile e piacevole, che aggiunge valore al libro e all’autore e non si limita ad annunciarne solo l’uscita o a spingere all’acquisto: in questo modo anche per gli editori è possibile promuovere cataloghi più ampi diffondendo la curiosità non solo per le ultime uscite ma anche per titoli più vecchi.
Un fenomeno quello dei bookinfluencer che fa rivalutare l’importanza dei social e la loro funzione educativa, soprattutto in relazione all’età media degli utenti: in questo modo non può che crescere la speranza che hobby come quello della lettura possano essere trasmessi ai coetanei in maniera divertente ed interessante con un linguaggio più adatto, diventando così un piacere e non più un’imposizione.