La sicurezza sul lavoro, una cura della persona

L’incidente avvenuto a Brandizzo lo scorso settembre ha riportato l’attenzione sul tema delle morti bianche in Italia dove solo nei primi otto mesi del 2023 si sono registrate 382.242 denunce di infortunio sul lavoro e 657 decessi. Nonostante un calo rispetto allo stesso periodo del 2022, le cause delle morti restano sempre le stesse: cadute dall’alto, intossicazioni o asfissie, urti con macchinari in movimento ed incidenti nei cantieri. Tragedie giornaliere che si registrano maggiormente tra i lavoratori del settore dei trasporti e del magazzinaggio specialmente tra gli over 50.

La fascia più colpita è infatti quella tra i 55 e i 64 anni, dove un ruolo importante è rappresentato dall’invecchiamento e dallo spostamento in avanti dell’età pensionabile che porta ad un maggiore rischio di infortuni, spesso fatali. Ma nel 2023 è aumentata anche l’incidenza di mortalità tra i giovani di età compresa tra 15 e 24 anni, il 100% in più rispetto ai colleghi della fascia 25-34. I lavoratori stranieri poi sono quelli più esposti con un rischio di infortunio mortale quasi doppio rispetto agli italiani e un’incidenza di mortalità di 25,3 contro 13,8. A livello di settori il manifatturiero è il più colpito dagli infortuni mentre quello dei trasporti e del magazzinaggio registra il maggior numero di decessi seguito dalle costruzioni, dalle attività manifatturiere e dal commercio.

Nonostante si richieda sempre più attenzione ai protocolli di sicurezza e alle normative, tutto questo spesso non basta a far sì che il lavoro resti un diritto e non diventi un pericolo per la propria vita. Proprio per questo nel 2021 l’Unione Italiana del Lavoro (UIL) ha lanciato la campagna “Zero morti sul lavoro”, ad esprimere la volontà non solo di diminuire ma di azzerare totalmente gli incidenti che di anno in anno diventano tragedia, come l’ultimo episodio di cronaca nera avvenuto in provincia di Reggio Emilia dopo che un operaio è rimasto incastrato in un macchinario.

La sicurezza sul lavoro rimane perciò un tema centrale per la presidenza della Repubblica, e proprio lo scorso 3 ottobre il Presidente Mattarella ha ricevuto al Quirinale i tre segretari di GCIL CISL e UIL che hanno espresso le loro preoccupazioni sostenendo che le tragedie sul lavoro siano determinate «dalla volontà di abbassare i sistemi di sicurezza per accelerare i tempi e risparmiare» e chiedendo di rifinire le regole degli appalti favorendo l’adozione di misure e sistemi di prevenzione.

Anche Papa Francesco si è espresso sul tema lo scorso settembre, in occasione dell’80esimo anniversario dell’ANMIL, l’Associazione Nazionale Lavoratori Mutilati ed Invalidi del Lavoro.

«Non possiamo abituarci agli incidenti sul lavoro, né rassegnarci all’indifferenza verso gli infortuni. Non possiamo accettare lo scarto della vita umana. Le morti e gli infortuni sono un tragico impoverimento sociale che riguarda tutti, non solo le imprese o le famiglie coinvolte. Non dobbiamo stancarci di imparare e reimparare l’arte del prenderci cura, in nome della comune umanità» ha dichiarato il Santo Padre.

«La sicurezza – ha poi aggiunto – non è solo garantita da una buona legislazione, che va fatta rispettare, ma anche dalla capacità di vivere da fratelli e sorelle nei luoghi di lavoro. Non si può, in nome di un maggior profitto, chiedere troppe ore lavorative, facendo diminuire la concentrazione, oppure pensare di annoverare le forme assicurative o le richieste di sicurezza come spese inutili e perdite di guadagno. La sicurezza sul lavoro è parte integrante della cura della persona. Anzi, per un datore di lavoro, è il primo dovere e la prima forma di bene

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