La cultura condivisa ostaggio del Coronavirus

Nel suo celebre romanzo l’ “idiota”, Dostoievsky scrive una delle frasi più longeve della letteratura contemporanea “La bellezza salverà il mondo”. Un concetto, una dimensione quella della bellezza che abbiamo imparato dai greci e che ha attraversato i secoli. Lo stesso Papa Francesco ha dato importanza alla trasmissione della fede proprio attraverso la via della bellezza (la via Pulchritudinis) spiegando che il messaggio per arrivare al cuore delle persone non basta che sia buono e giusto ma deve essere anche bello. E cosa fa la cultura se non donare bellezza?

La diffusione del Coronavirus ha creato in tutti noi una sensazione di spaesamento, di vita sospesa, incerta, orfana delle nostre libertà e della cultura condivisa. Musei chiusi, mostre sospese o cancellate, monumenti off limits, cinema sotto chiave, produzioni interrotte, spettacoli teatrali rimandati a data da destinarsi: anche la cultura almeno quella dei luoghi fisici, quella appunto da potere condividere e vivere insieme è ostaggio del coronavirus.

Nel frattempo abbiamo assistito all’impatto della trasformazione digitale sulla società globale con cui le persone hanno interagito in modo innovativo. Anche la cultura in questo periodo, grazie alla tecnologia, ha offerto soluzioni alternative, ha prodotto nuovi format che hanno rappresentato un modo di sopravvivere all’emergenza. Le tante idee creative che la cultura ha saputo mettere in campo nello spazio digitale mostrano che la sua energia, come portatrice di bellezza tout court non conosce limiti. “La nostra forza è la cultura”, ha dichiarato recentemente il ministro Franceschini. E difatti cosa ne sarebbe di noi senza libri, film, musica, in cui trovare rifugio, sostegno e appunto bellezza per nutrire le nostre anime? Non è facile immaginare oggi i tempi e i modi in cui sarà possibile tornare a fruire della cultura tutti insieme nello spazio fisico di una sala di un teatro o di un cinema, soprattutto non è facile quantificare le ricadute della pandemia sull’economia della cultura, ma è importante, come ha annunciato lo stesso ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, adottare tempestivamente aiuti finanziari a sostegno dei numerosi operatori culturali e delle istituzioni culturali la cui esistenza è in pericolo. Qualche dato ci fornisce la dimensione della crisi profonda che sta attraversando tutto il settore della cultura. Sono almeno 30 mila i lavoratori che ruotano intorno al sistema di gestione e visita del patrimonio museale che usufruiranno degli ammortizzatori sociali, 18.600 sono i titoli di libri che nel 2020 non saranno pubblicati e 40 milioni le copie che non saranno stampate, il mercato discografico registra un calo del 60% e ammontano a 110 milioni di euro gli incassi che sono venuti a mancare al botteghino delle sale cinematografiche solo relativamente ai mesi di marzo e aprile rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Una crisi profonda a cui il Governo ha cominciato a fare fronte con una serie di aiuti, anche in questo caso inseriti nel Decreto Legge Cura Italia: indennità di 600 euro per i lavoratori dello spettacolo, la sospensione dei versamenti previdenziali e assistenziali, la cassa integrazione in deroga, un fondo di 130 milioni di euro per spettacolo, cinema e audiovisivo, la destinazione ad artisti, interpreti ed esecutori del 10% dei compensi che la Siae raccoglie sulla copia privata, rimborsi con voucher anche per i biglietti di spettacoli e musei, sospensione dei versamenti tributari a maggio per gli esercenti cinematografici e per gli organizzatori di eventi anche culturali. Questa è la base per consentire dopo la crisi la fruizione comune di arte e cultura. Sarà un percorso lungo e impervio, che lascerà tracce profonde ma sappiamo, o almeno vogliamo averne certezza, che in futuro il sipario tornerà ad aprirsi sui palcoscenici teatrali, che la gente tornerà ad affollare le sale cinematografiche e che i giovani torneranno a frequentare i festival. E tutti torneremo ad abbracciarci e a respirare bellezza, quella bellezza che ci salva e ci salverà sempre.