La carità: cardine della religione cristiana

La carità è il cuore dell’identità della Chiesa e uno dei cardini della religione cristiana. La carità, come la definì San Paolo, è la più grande di tutte le virtù perché legata all’amore, alla fratellanza, alla solidarietà e al dono di sé agli altri. Ecco perché quest’anno l’Assemblea delle nazioni Unite ha scelto di dedicare la Giornata Internazionale della Carità a Madre Teresa di Calcutta, persona simbolo della solidarietà umana, scegliendo il 5 settembre come giornata per celebrarla, la data in cui nel 1997 Madre Teresa morì. Premio Nobel per la Pace nel 1979, Madre Teresa, proclamata Beata da Papa Giovanni Paolo II, e poi Santa nel 2016 da Papa Francesco, ha speso la sua vita ad accudire i malati e i bisognosi e ha fondato la congregazione religiosa delle Missionarie della Carità, che si occupa dei “più poveri tra i poveri”. “La carità, l’amore – ha detto Papa Francesco – è condividere in tutto la sorte dell’amato. L’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze”.

L’Onu nel 2012 ha riconosciuto il ruolo della Carità “nell’alleviare le crisi umanitarie e le sofferenze umane all’interno e tra le nazioni.” Ecco quindi l’importanza di questa giornata il cui scopo è quello di sensibilizzare le persone e le istituzioni sull’importanza della solidarietà, del dono, del dialogo tra le persone e le culture diverse, per creare una società più inclusiva e più giusta. E più libera, perché, come ha detto Papa Francesco “La vera libertà si esprime pienamente nella carità. È l’amore di Cristo – ha aggiunto – che ci ha liberati ed è ancora l’amore che ci libera dalla schiavitù peggiore, quella del nostro io”.

Mai come ora questi principi risultano ancora più necessari. La guerra in Ucraina ha portato con sé morte, desolazione, disperazione e povertà. A questo proposito il Santo Padre, in occasione della VI Giornata Mondiale dei Poveri il 13 novembre scorso, ha detto: “La guerra in Ucraina è venuta ad aggiungersi alle guerre regionali che in questi anni stanno mietendo morte e distruzione. Ma qui il quadro si presenta più complesso per il diretto intervento di una “superpotenza”, che intende imporre la sua volontà contro il principio dell’autodeterminazione dei popoli. Si ripetono scene di tragica memoria e ancora una volta i ricatti reciproci di alcuni potenti coprono la voce dell’umanità che invoca la pace. Quanti poveri genera l’insensatezza della guerra! Dovunque si volga lo sguardo, si constata come la violenza colpisca le persone indifese e più deboli”.

In questo momento storico quindi la carità, come virtù che rimette al centro le persone e l’attenzione verso il nostro prossimo, diventa ancora più urgente. La cultura dell’accoglienza, del dono e della solidarietà dovrà essere sempre di più perseguita da ognuno di noi così come fa la Chiesa guidata dalla parola del Vangelo.