12 Apr La Biennale di Venezia e il Padiglione della Santa Sede
Il 20 aprile ha inizio la Biennale d’Arte di Venezia, una delle esposizioni di arte moderna più prestigiose al mondo. Dal 1893, gli artisti più importanti sulla scena globale convergono nel capoluogo veneto per esporre i propri lavori nella Mostra Internazionale e nei vari padiglioni nazionali. Da più di un secolo, infatti, Biennale è sinonimo di innovazione e avanguardia.
La Mostra Internazionale rappresenta una vetrina unica per gli artisti, mentre i padiglioni sono un modo per ammirare le culture e le innovazioni artistiche dei diversi paesi. Visitare questi stand è dunque come fare un piccolo giro del mondo. Nell’ultima edizione della Biennale d’Arte, quella del 2022, a vincere il Leone D’oro per miglior partecipante alla Mostra Internazionale è stata l’artista americana Simone Leigh, mentre quello per la miglior rappresentazione nazionale è andato al padiglione della Gran Bretagna. Quest’anno a contendersi il premio ci sono artisti come Anna Maria Maiolino, Greta Schödl e Claire Fontaine (un’artista collettiva formata dal duo Fulvia Carnevale e James Thornhill).
Il 2 aprile è stato presentato il Padiglione Venezia, intitolato “Sestante domestico”. La curatrice, Giovanna Zabotti, ha spiegato: «Sarà un viaggio tra poesia e pittura, ma anche tra passato e presente: ho chiesto agli artisti di raccontarci cosa significasse, per loro, sentirsi a casa. Il sestante è uno strumento di ricerca quando non ci sono più punti terreni, ‘domestico’ si riferisce invece al guardare dentro di sé, quando non abbiamo più riferimenti e dobbiamo trovare la strada per sentirci a casa». Il poeta Franco Armino accompagnerà con i suoi versi i visitatori nel percorso espositivo.
Un altro padiglione che è stato recentemente presentato è quello della Santa Sede, “Con i miei occhi”, che sarà aperto al pubblico il 20 aprile. Il padiglione sarà allestito nel carcere femminile dell’Isola della Giudecca, proprio per rispondere al tema dell’esposizione, ovvero i diritti umani e degli ultimi.
Il Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del ministero della Giustizia, e partner dell’iniziativa, Giovanni Russo, ha dichiarato in conferenza stampa: «L’arte è un mezzo di comunicazione efficace e potente, capace di esplorare il linguaggio delle emozioni in tutte le sue sfumature; un mezzo di comunicazione sociale capace di veicolare una testimonianza della nostra umanità e della nostra diversità. L’innovativa idea della Santa Sede di allestire un Padiglione all’interno della Casa di reclusione femminile di Venezia rende orgogliosa tutta l’Amministrazione Penitenziaria, che si riconosce appieno nei valori espressi dalla Chiesa e nel suo impegno per la salvezza di ogni persona, orientando la sua bussola verso l’indirizzo e la formazione delle coscienze».
Il progetto è a cura di Chiara Parisi e Bruno Racine e vede la partecipazione di otto artisti: Maurizio Cattelan, Bintou Dembélé, Simone Fattal, Claire Fontaine, Sonia Gomes, Corita Kent, Marco Perego & Zoe Saldana, Claire Tabouret. Il Catalogo, invece, sarà a cura di Irma Boom e verrà pubblicato da Marsilio. Le visite nel padiglione saranno guidate dalle detenute che per l’occasione si trasformeranno in conferenziere. Tra i visitatori è già stata annunciata la presenza di Papa Francesco, che diventerebbe il primo Pontefice a recarsi alla Biennale.
Il Cardinale José de Tolentino de Mendoça, Prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione del Vaticano ha spiegato così il senso di questa scelta: «Non sia certo un caso che il titolo del Padiglione della Santa Sede voglia focalizzarci sulla drammaticità delle rappresentazioni dello sguardo; ma non uno sguardo metaforico, distaccato dalla realtà, comodamente protetto da quell’anonimo voyeurismo che la contemporaneità ha globalizzato. Il titolo ‘Con i miei occhi’ contiene in sé qualcosa di disruttivo e profetico, propone un passo in una direzione culturale diversa, interpellando questo nostro tempo in cui la visione umana è sempre più differita e meno diretta, catturata dall’ artificio degli schermi e dall’esplosione dei dispositivi digitali. Sapremo ancora cos’è ‘vedere con i nostri occhi’?».