Il Sinodo: intenti e curiosità

Il 4 ottobre 2023, nel giorno di San Francesco, è iniziata la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi: la prima sessione della tappa conclusiva del Sinodo voluto dal Papa nel 2021 dal tema “Per una chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”. Un argomento che ha coinvolto le chiese di tutto il mondo che si sono interrogate sulla realizzazione di un percorso comune che possa permettere loro di annunciare il Vangelo e portare avanti il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio.

Il Sinodo dei Vescovi è un momento unico e speciale nella vita della Chiesa ed è stato istituito intorno al 1959 con l’intento di formare un organo consultivo ecclesiastico, che potesse aiutare la Chiesa a discutere sulle questioni più importanti e a suggerire nuove vie per operare. Fin dal 1967 viene celebrato con cadenza quasi biennale e tra i suoi membri ci sono sia Vescovi appartenenti al Collegio episcopale eletti dai loro confratelli o nominati dal Papa, ma anche laici invitati per le loro competenze o per altre ragioni di opportunità. Al termine del Sinodo dopo aver discusso su un tema comune, il Santo Padre riceve un elenco di proposte, di riflessioni e di contributi da parte dei padri sinodali affinché tutti insieme possano provvedere al bene della Chiesa universale.

A regolare il Sinodo dei Vescovi è il Codice di diritto canonico mentre l’attività è sempre convocata, presieduta e conclusa dal Papa. Quest’organo può riunirsi in forma generale ordinaria, generale straordinaria e speciale. Nel 2015 e nel 2018 i Sinodi sui temi della famiglia e dei giovani si sono riuniti come assemblee generali ordinarie mentre quello sull’Amazzonia del 2019 si è riunito nella forma di speciale.

Il Sinodo generale ordinario iniziato nel 2021 si è presentato nel suo svolgimento, con modalità e fasi inedite: non si è limitato infatti solo al Vaticano, ma ha coinvolto ciascuna Chiesa dei cinque continenti per la prima volta nella storia in una fase chiamata Tappa Continentale, che grazie agli elementi culturali, linguistici e geografici di ciascun continente, porterà a nuove riflessioni.

A partire da ottobre 2021 e fino ad aprile 2022, si è svolta la prima tappa del Sinodo, ovvero la fase diocesana, iniziata con l’invio del Documento Preparatorio e proseguita a livello locale con momenti di ascolto e di consultazione da parte delle singole Chiese diocesane. Ha poi avuto luogo la seconda fase, la Tappa Continentale, che da settembre 2022 a marzo 2023 si è concentrata sul dialogo intorno al testo del primo Instrumentum laboris, il documento di base su cui si poggia la discussione del Sinodo. La terza e ultima tappa è quella della Chiesa universale con la celebrazione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi ad ottobre 2023, a cui farà seguito la fase attuativa, che coinvolgerà nuovamente le Chiese particolari.

La sinodalità rappresenta quindi per la Chiesa la strada attraverso cui può rinnovarsi sotto l’azione dello Spirito e grazie all’ascolto della Parola. Rappresenta la capacità di immaginare un futuro diverso per la Chiesa e le sue istituzioni, un futuro a cui tutti possono contribuire. «Lo scopo del Sinodo – si legge nel documento preparatorio – non è produrre documenti, ma far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani»