Il cerimoniale pontificio

Lo scorso 12 maggio in occasione degli Stati Generali della Natalità, Papa Francesco è stato invitato ad intervenire sul tema della famiglia insieme alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che per l’occasione ha indossato un abito bianco.

Una scelta non prevista dal protocollo Vaticano che, in queste occasioni, raccomanda invece il nero.

Il cerimoniale Vaticano infatti vuole che nel caso di udienze e visite di Stato, le donne si presentino vestite completamente di nero e senza profumi o gioielli a meno che non si tratti di perle. L’eccezione del cosiddetto “Privilegio del bianco”, ovvero la possibilità di indossare un abito bianco al posto di quello nero, è invece un beneficio riservato solo alle sovrane cattoliche, alle consorti cattoliche di sovrani cattolici, e alle principesse di case reali cattoliche. Anche gli uomini devono seguire delle regole ben precise, vestendosi in maniera sobria, con un completo di sartoria e con la cravatta.

Le regole da seguire quando si tratta di incontrare il Santo Padre sono varie e il Protocollo Vaticano oltre a disciplinare l’abbigliamento, indica una serie di norme anche sulla logistica per l’arrivo in Piazza S. Pietro, su i regali per omaggiare il Pontefice, sulle posizioni da assumere durante le foto oltre che vari riti ormai divenuti tradizionali come quello del bacio all’anello episcopale.

Quest’ultimo è un modo simbolico per onorare il ruolo del personaggio, più che la sua persona, esprimendo la propria adesione alla Chiesa, alla sua fede, alla sua tradizione. Baciare l’anello dimostra la volontà di comunione con quello che il Vescovo ed il Papa sono nel mistero della Chiesa, tanto che in un’antica disposizione del 1909, il Sant’Uffizio concedeva un’indulgenza parziale a quanti baciavano l’anello.

Per quanto riguarda le foto per la stampa, invece, come per altri protocolli, anche in quello Vaticano vige la “Regola della destra”, secondo cui la personalità più importante deve porsi alla destra. Nel caso di visite fra “pari grado” viene lasciato alla sensibilità del padrone di casa il rispetto della buona norma di cedere tale posizione all’ospite, in segno di riguardo e di ospitalità.

Il rispetto delle regole del cerimoniale non è obbligatorio, ma è chiaro che una loro violazione potrebbe comportare spiacevoli conseguenze sia dal punto di vista della reciprocità, sia per quanto riguarda il giudizio di stile, andando così a ledere l’immagine dell’Istituzione interessata.

Quando si guarda alla Santa Sede, il linguaggio del cerimoniale non è solamente la somma di gesti vuoti ma è qualcosa di più, è un linguaggio che racconta l’anima dell’istituzione più antica del mondo, in modi che vanno compresi in tutta la loro filosofia e che hanno come scopo quello di dare sostanza ad un incontro. Il cerimoniale Pontificio ha rappresentato per secoli un modello per tutti gli altri cerimoniali e comprenderlo significa comprendere come la Chiesa comunica e quali sono i segni da tenere in considerazione.