I pericoli della rete per i giovani e il processo americano ai social network

Computer, cellulari e internet hanno modificato i nostri stili di vita e innescato cambiamenti che pochi decenni fa sembravano inimmaginabili. Tuttavia, questi figli della modernità hanno mostrato anche il loro lato oscuro, causando – come ad esempio rivelato da diverse ricerche scientifiche – depressione, problemi psicologici o fisici. È accaduto con i social network o con lo stesso internet, divenuti in certi casi un pericolo soprattutto per i giovani. Dalle molestie sessuali al bullismo, sono tanti i fenomeni preoccupanti che popolano i social e colpiscono soprattutto i più piccoli.

Il 31 gennaio si è svolta l’audizione con i rappresentati delle piattaforme social presso la Commissione Giustizia al Senato degli Stati Uniti. Gli amministratori delle Big Tech sono stati chiamati a rispondere dei danni causati dai social network sui minori. Erano presenti i Ceo di Meta, Tiktok, Snapchat, Discord e X (il vecchio Twitter). Oltre a loro, sono intervenuti in aula anche i familiari delle vittime. Ai rappresentati delle piattaforme social è stato domandato quanto hanno investito sulla sicurezza dei minori, e in che modo queste piattaforme abbiano consentito la diffusione di materiale pedopornografico e come abbiano esposto i giovani a danni di vario genere.

Alcuni Senatori americani hanno attaccato gli amministratori delegati delle cinque Big Tech al grido di «I vostri prodotti uccidono» e «avete le mani sporche di sangue». Il senatore del South Carolina Lindsey Graham, mostrando le foto di alcune vittime di internet, ha dichiarato: «Le grandi piattaforme social stanno distruggendo vite umane e minacciando la democrazia. Queste aziende vanno domate e il peggio deve ancora venire». Si è proposto dunque di abrogare o riformare la legge, sezione 230 del Communications Decency Act, che protegge le piattaforme da azioni legali sui contenuti pubblicati dai loro utenti.

Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook e Ceo di Meta, ha dichiarato davanti i familiari delle vittime: «Mi dispiace per tutto quello che avete passato. Nessuno dovrebbe subire le cose che hanno sofferto le vostre famiglie». Lo stesso Zuckerberg ha assicurato che Meta è impegnata affinché non si ripetano più eventi tragici come in passato. Tuttavia, non è la prima volta che Zuckerberg si imbatte in scuse pubbliche, poiché il Ceo di Meta è stato chiamato più volte a prendersi le proprie responsabilità in risposta alle accuse pubbliche. È accaduto nel 2011 per le violazioni della privacy e nel 2018 per il caso di Cambridge Analitica, la società di consulenza che aveva raccolto informazioni su 87 milioni di utenti tramite Facebook.

Tante volte Papa Francesco ha invitato alla prudenza e al buonsenso nell’uso dei social network e di internet, esortando a non sostituire il reale con il virtuale e ad essere «Sociali e non Social».  Il14 febbraio, il Santo Padre ha suggerito di evitare un approccio che implichi «la riduzione dell’umano a un aggregato di prestazioni riproducibili a partire di un linguaggio digitale, che pretende di esprimere, attraverso codici numerici, ogni tipo di informazione». In un momento in cui può esser pericoloso lasciarsi sopraffare dai figli digitali della tecnologia, è ancora più importante ribadire la natura umana dell’uomo.