12 Lug Gli anziani: valore e dono per la società
“Nella vecchiaia daranno ancora frutti” (salmo 92, v.15). Questo il tema scelto da Papa Francesco in occasione della seconda Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani che si festeggerà il 24 luglio. Questa la frase con cui il Pontefice ha voluto riassumere il valore degli anziani e dei nonni riconoscendogli un ruolo ancora profondamente attivo e prezioso sia nella famiglia che nella società. Una citazione del versetto 15 del salmo 92 del Vangelo, che diventa la buona notizia, il “Vangelo” da annunciare al mondo, come ha ricordato il Pontefice in occasione della Festa dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo
Questa ricorrenza si propone di rimettere al centro questi “maestri di tenerezza”, i nonni, la loro saggezza, la loro ricchezza di esperienza, di amore e di umanità. Gli anziani sono sempre più numerosi – solo nel 2019 sono aumentati di quasi il 23% rispetto all’anno precedente – e proprio l’Italia ha la popolazione più vecchia d’Europa con il 22,8% del totale che ha più di 65 anni. E purtroppo una grande maggioranza è sempre più sola con conseguenze che si ripercuotono anche sulla loro salute. Il prossimo 24 luglio sarà quindi anche l’occasione per riflettere su uno dei problemi più urgenti della nostra società e porre invece in evidenza la ricchezza di doni che gli anziani sono ancora in grado di dare. Spesso tenuti ai margini della società e anche delle loro famiglie, i nonni invece dovrebbero avere un ruolo attivo: hanno doni come la saggezza e l’umanità a cui i giovani dovrebbero attingere per guardare al futuro con speranza, facendo tesoro di questi valori di cui gli anziani sono testimoni. Non quindi persone da tenere a distanza, a lato della nostra vita, ma persone a cui fare continuo riferimento, come custodi di un mondo che non c’è più ma che sopravvive grazie alle loro parole e al loro esempio quotidiano. Non si può parlare di famiglia senza parlare degli anziani su cui questa si fonda, ha detto ancora il Papa aggiungendo che “noi persone anziane” che “abbiamo spesso una sensibilità speciale per la cura, per la riflessione e per l’affetto, siamo chiamati ad attuare la rivoluzione della tenerezza”
La vecchiaia non è quindi un tempo da temere sentendolo vuoto e inutile, ma un tempo che può dare ancora molti frutti. Proprio la sensibilità maturata con gli anni, la capacità degli anziani di cogliere pensieri anche non espressi, la loro inclinazione ad attenzioni e pensieri da rivolgere agli altri, dettati dall’esperienza, sono un vero patrimonio di ricchezza, una fonte inesauribile di serenità e speranza, un dono da custodire con amore.