Crimini contro l’umanità

Il 2021 avrebbe dovuto essere un anno di guarigione e ripresa. Invece, è diventato un incubatore di disuguaglianze e instabilità sempre maggiori, non solo per il 2021, non solo per il 2022, ma per il decennio a venire». Queste le dure parole di Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, nell’introdurre il Rapporto 2021 – 2022 sui diritti umani. Un report che era stato anticipato dall’analisi del World Report 2020 di Human Rights Watch che aveva dato uno sguardo impietoso sui diritti umani nel mondo.

Brasile, Afghanistan, Etiopia, Myanmar, Venezuela, Repubblica Democratica del Congo nel 2021 sono stati caratterizzati da esodi di persone costrette a fuggire dai loro Paesi, spinte da repressioni e discriminazioni. I rohingya in Birmania e il conflitto israelo-palestinese. La guerra in Siria, l’Ungheria di Orban e la tragedia dello Yemen. È lunghissima la lista di Paesi afflitti dalla violazione dei diritti umani: dal Bangladesh all’Iran, dalla Siria al Kazakistan, dalla Turchia alla Libia e alla Cina, a cui si aggiunge, guardando al presente più recente, l’Ucraina. Per quanto riguarda in particolare la Cina, l’ufficio per i diritti umani dell’ONU il 31 agosto scorso ha pubblicato il tanto atteso rapporto sulle gravi violazioni dei diritti umani commesse dalla Cina nella Repubblica autonoma dello Xinjiang. Quarantasei pagine che rappresentano la gravità dei crimini contro i diritti umani, dalle torture, alle violenze sessuali e di genere, alle persecuzioni degli uiguri, dei kazaki e delle altre minoranze prevalentemente musulmane, perpetrate in questo Paese, che già Amnesty International aveva denunciato. Lavoro forzato, traffico di organi, sfruttamento della prostituzione o del lavoro minorile, violenze e torture, persecuzioni religiose o di genere sono tutte voci di uno stesso crimine, quello contro i diritti irrinunciabili dell’umanità e rappresentano tutti indistintamente le peggiori macchie nella vita civile di un Paese.

In occasione della Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze sul tema “Scienza di base per lo sviluppo umano, la pace e la salute planetaria” Papa Francesco ha voluto cogliere l’occasione per lanciare un monito contro questi crimini: “Questi crimini contro l’umanità, che vanno di pari passo con la povertà, si verificano anche nei Paesi sviluppati, nelle nostre città. Il corpo umano non può essere mai, né in parte né nella sua interezza, oggetto di commercio! Nel nome di Dio, che ha creato tutti gli esseri umani per un comune destino di felicità – ha continuato il Pontefice – siamo chiamati oggi a testimoniare la nostra essenza fraterna di libertà, giustizia, dialogo, incontro reciproco, amore e pace, evitando di alimentare odio, risentimento, divisione, violenza e guerra. Ed è necessario – ha concluso – mobilitare tutte le conoscenze basate sulla scienza e sull’esperienza per superare la miseria, la povertà, le nuove schiavitù, e per evitare le guerre”.