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07 Nov A Madrid il “Cortile” promuove la cultura dell’incontro

Posted at 12:47h in News, News ed Eventi by supercortile

Il 17 e 18 ottobre 2016, si è tenuto a Madrid un “Cortile dei Gentili” sul tema “Cultura dell’incontro e bene comune”, organizzato dal Foro Ecuménico Social e promosso dal Pontificio Consiglio della Cultura del Vaticano.

Gli incontri si sono svolti nelle Università di Rey Juan Carlos e Università Pontificia Comillas di Madrid, e hanno visto la partecipazione del direttore del “Cortile dei Gentili”, P. Laurent Mazas, di vari esperti della Responsabilità Sociale e dell’Economia Civile, come Jesús Conill, Juan Benavides Delgado, José Luis Fernández e Juan José Almagro e di altri docenti e direttori RSE di grandi aziende.

I dibattiti che si sono succeduti in queste giornate: “Responsabilità Sociale e Bene Comune”, “il Dialogo Perso”, “Bene Comune e Economia”, sono stati incentrati sulla necessità di passare dalla cultura della contrapposizione alla cultura dell’incontro, avendo come obiettivo il bene comune.

I temi affrontati hanno ripreso il messaggio di Papa Francesco che invita ad accogliere gli stimoli perché la nostra società possa ritrovare le sue basi solide nel bene comune, nella comprensione reciproca e nella cooperazione.

In molte società occidentali oggi si configura una vera e propria rottura del contratto sociale: l’impoverimento della classe media e la depauperazione progressiva del lavoro non qualificato, creano un forte sentimento di disaffezione nei confronti del potere pubblico, alimentando, così, l’insorgere dei nazionalismi.

Questa “cattiva globalizzazione” comporta una crescita delle disuguaglianze, ed è in questo contesto che l’impresa è chiamata a operare e a individuare le opportunità per costruire un mondo migliore, in quanto capace di impattare in modo determinante sull’ambiente e sulla società. La responsabilità sociale dell’impresa, infatti, non è un semplice strumento di manipolazione e gestione, bensì un elemento caratteriale dell’impresa stessa che si manifesta nella capacità di realizzare quello che la società si aspetta da essa: un’impresa responsabile deve dialogare con le sue funzioni, dev’essere innovativa e attiva nel cercare di creare una globalizzazione più giusta.

Per bene comune s’intende uno spazio ordinato di responsabilità sociale: un bene che è di tutti, che interessa tutti nello stesso modo, che non si limita a un semplice ragionamento etico, ma che sia riscontrabile in un modus operandi che deve riguardare l’intera società, dalle imprese alle altre istituzioni.

Un elemento alla base della RSE è il dialogo: il termine composto da dià, “attraverso” e logos, “discorso”, indica il confronto verbale che attraversa due o più persone, come strumento utilizzato per esprimere e discutere idee non necessariamente contrapposte.

Perché possa sussistere il dialogo, è necessario partire dall’idea che il discorso dell’altro abbia almeno una parte di verità che si deve conoscere e accettare; è necessario utilizzare un linguaggio chiaro e una prospettiva collaborativa non orientata al “duello”, bensì del “duetto”.

La mancanza degli elementi di linguaggio – contesto, etica e morale – crea difficoltà nel dialogo, ed è alla base dei problemi connessi al processo di secolarizzazione e all’autonomia morale che stiamo vivendo: in questa globalizzazione negativa, il linguaggio è formazione e divulgazione, invece che comprensione della realtà, e il dialogo è orientato principalmente alla contestazione e alla conferma dell’autoreferenzialità. È necessaria una cultura sociale improntata sul discernimento, sulla “ragione critica” che porti a riscoprire se stessi, in primis, e nel riscoprirsi a incontrarsi con gli altri.

Il dialogo libero e rispettoso è il cuore del “Cortile dei Gentili”: “È necessario lavorare concretamente per creare un’alleanza affinché la fratellanza vinca gli estremismi e la segregazione, la libertà vinca i fondamentalismi e la verità prevalga sui soggettivismi”. I “cortili” sono un’occasione di apertura, l’opportunità di superare il limite dato dalla visione unilaterale, di aprirsi all’incontro con l’eternità, di realizzare un processo di “umanizzazione della pluralità”.

                                                                                                                                         Bianca Maria Lonigro

Tags:
Cortile dei Gentili, cultura, dialogo, Stefano Zamagni
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Fondazione Cortile dei Gentili – Via della Conciliazione, 5 – 00193 Roma