Poche donne al vertice? Nessuna sorpresa: ricontiamole nell’anno 3000

Dai consigli di amministrazione ai ministeri, le esigue compagini femminili continuano ad infiammare polemiche. Ma la sorpresa è immotivata. Le donne al vertice sono una categoria rarissima, ed è così da cinquemila anni. Lo spiega uno studio pubblicato dal Centre for Economic Policy Research.

Due ricercatori dell’Università di Stoccolma hanno costruito un database di sette milioni di individui che hanno fatto la storia scritta dell’umanità. In cinque millenni di storia, la “quota rosa” è stata di una donna ogni nove uomini. Ai tempi dell’Iliade di Omero, la quota delle donne prominenti era dell’8%; alle soglie del ventunesimo secolo, ancora ferma intorno al 15%.

Di questa frazione, solo una minuscola parte è composta da donne self-made, “che si sono fatte da sole”, ovvero coloro la cui «famiglia di origine, o marito, non aveva né potere né fama». L’80% degli uomini affermatisi nella storia sono riusciti a raggiungere da soli il ‘successo’. Per le donne, questa percentuale precipita al 30%. Storicamente, appunto, il potere delle donne è stato un effetto collaterale del nepotismo: più importanti le connessioni familiari, più alta la possibilità di avere successo.

Il confino millenario delle donne alla base della gerarchia sociale “non è solo uno degli aspetti più duraturi della discriminazione di genere” – sottolineano i ricercatori – “ma ha influenzato anche l’ambizione e l’autostima delle generazioni successive”.

Le donne che dal basso hanno raggiunto il vertice sono aumentato solo dal diciassettesimo secolo. Erano dapprima scrittrici, poi artiste e studiose, politiche elette e infine politiche nominate. Rispetto a tutte le professioni, l’ascesa delle donne al governo è la più lenta in tutta la storia dell’umanità.

Nel caso delle donne in politica, si stava quasi meglio prima. Secondo lo storico William Monter, le ereditiere del tardo medioevo hanno vissuto nel periodo migliore per la partecipazione politica femminile. Paradossalmente, le donne governavano più e meglio nelle monarchie, che sotto le repubbliche che le hanno sostituite. Le repubbliche riducono la partecipazione delle donne alla politica, perché attaccano il nepotismo ma non rimpiazzano il vuoto con altre donne. L’ultima donna europea ad essere a capo di un governo, Caterina la Grande, morì nel 1796, e l’Europa dovette aspettare quasi due secoli per il successivo capo di stato femminile, Margaret Thatcher, nel 1979.

L’ascesa delle donne self-made è qui per restare, ma la sua rapidità resta deludente. Al ritmo attuale, usando un’estrapolazione lineare – presupponendo, dunque, che tale crescita sia costante nel tempo – dovremmo raggiungere la parità di donne al vertice entro l’anno 3000. Se la tendenza rimane questa, prepariamoci ad altri 979 anni di polemiche.

Carolina De Giorgi

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