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Il pericolo invisibile: Beijing

In questa epoca, l’umanità sta fronteggiando un nuovo pericolo. Questa non è una guerra normale – il nemico seppur invisibile è molto pericoloso. Uccide più di un milione di persone ogni anno, solo in Cina. Questo nemico è l’inquinamento: una nuova ricerca mostra infatti quanto minaccioso e quanto allarmante sia l’impatto della scarsa qualità dell’aria sulla popolazione e sull’economia.

In uno studio recente l’Università cinese di Hong Kong ha osservato l’impatto dell’inquinamento dell’aria sulla salute pubblica e sulle rese agricole. Il risultato è stato pubblicato nel giornale scientifico “Environmental Research Letters” come parte di un piano triennale di azione per “vincere la guerra per il cielo blu” dal 2018 al 2020.

Il team ha analizzato i dati a partire dalla presenza di ozono al livello del suolo e dalle polveri fini, in particolare (PM2.5), da sei settori dell’economia – industriale, commerciale, residenziale, agricolo, energetico, delle infrastrutture e altri come quello dell’aviazione e dei pompieri.

I risultati sono sconcertanti: in media le due sostanze inquinanti erano responsabili della morte prematura di 1.1 su 1.6 milioni di persone. Le conseguenze economiche sono altrettanto enormi, circa 20 milioni di tonnellate di riso, grano, mais soia sono andate perse ogni anno per l’esposizione all’ozono. A causa del danno alla salute pubblica, dell’assenza dal lavoro, della perdita agricola, la Cina soffre pesanti perdite di circa 267 miliardi di Yuan ogni anno, quasi l’equivalente di circa 34 miliardi di euro, non includendo le perdite dall’inquinamento legato alla diminuzione del turismo.

Ma quali sono le ragioni del così grande tasso d’inquinamento atmosferico in Cina? Perché vi è un così grande problema qui in Cina piuttosto che nel resto del mondo?

Il maggior fattore inquinante è l’industrializzazione, il secondo il settore residenziale e commerciale, per via della loro abitudine di bruciare carbone sporco per produrre energia. Tuttavia, nelle maggiori città, i veicoli stradali superano i settori residenziali e commerciali come seconda maggior fonte di inquinamento.

La Cina rappresenta la seconda economia mondiale e possiede il secondo esercito più sviluppato del pianeta. La loro economia sta crescendo in modo incredibilmente veloce, negli ultimi 30 anni l’economia cinese – e il benessere della popolazione cinese – è cresciuta più veloce di ogni altro paese sulla terra di sempre. L’inquinamento è solo uno dei prezzi che la popolazione deve pagare per questa ascesa repentina.

Cosa sta facendo il governo cinese in risposta a questa drammatica situazione? Contrariamente all’opinione popolare, grazie all’implementazione di nuove politiche ambientali dure e diffuse, il governo cinese sta abbattendo le emissioni come non aveva mai fatto prima.

Il governo ha il compito veramente arduo di far convivere e progredire la riduzione dell’inquinamento con l’incoraggiamento alla crescita economica. Le misure contro l’inquinamento cominciano dall’utilizzo delle automobili nelle maggiori città; ogni giorno della settimana le targhe che cominciano con una certa lettera, che cambia quotidianamente, non possono circolare. In altre grandi città, il numero delle biciclette usate è cresciuto così velocemente che quasi in ogni isolato, si può trovare un deposito per l’affitto. Questi sforzi stanno raggiungendo un livello sempre più alto. Le maggiori città, come Pechino, stanno spostando le loro più grandi compagnie industriali lontano dai centri abitati per ridurre l’inquinamento nelle zone residenziali e commerciali. Le storie che vi riporto le ho sentite da alcuni miei amici che le hanno vissute. La Cina è diventata il leader globale nel campo dei veicoli elettrici dal 2015, superando anche gli Stati Uniti, e sta puntando a 7 milioni di vendite annuali entro il 2025. Inoltre, in Cina sono prodotti più di due terzi dei pannelli solari presenti nel mondo e questa non è una coincidenza. Allo stesso modo delle fonti tradizionali di energia rinnovabile tradizionale, come il sole e il vento, la Cina sta anche sperimentando le nuove frontiere delle tecnologie di produzione di energia pulita, come, per esempio,  l’idrogeno, che potrebbe essere usato come alternativa al carbone. Il governo ha anche creato una forza speciale di polizia per la riduzione dell’inquinamento, che ha il compito di chiudere le fabbriche inquinanti. Nonostante ciò, vi sono anche degli enormi costi nell’affrontare l’inquinamento, per esempio, l’aumento dei prezzi a seguito della chiusura  di molte fabbriche di carbone, acciaio e alluminio.

Gli sforzi ecologici del governo sono stati veramente efficaci fino ad ora; l’industria high-tech attraverso prodotti come le macchine elettriche e i pannelli solari incoraggia la crescita del PIL mentre simultaneamente riduce lentamente il problema dell’inquinamento atmosferico. Bisognerà aspettare un paio d’anni per poter vedere quanto lontano è arrivata l’ambiziosa missione di ridurre l’inquinamento in questo paese.

Io credo che il governo stia affrontando il problema nel modo migliore possibile. Loro non stanno interferendo troppo, e fino ad ora hanno evitato di generare problemi economici nel modo migliore che potevano, specialmente se si considera quando grande sia la loro recentissima esplosione economica e quanto sia preziosa per il paese. D’altro canto però, semplicemente gestire l’inquinamento non basta; se questo problema non sarà risolto presto, la soddisfazione della popolazione potrebbe crollare molto velocemente, e  potenzialmente i costi del disastro economico, come la perdita di produttività e i costi della salute pubblica, potrebbero crescere esponenzialmente.

Diventare una potenza tecnologica mondiale, mentre allo stesso tempo ridurre l’inquinamento atmosferico in Cina – se non è un obiettivo stimolante questo, non so cosa potrebbe essere.

Pechino, CN – 19/12/2018

 Hannes Michael Steinle*

*L’articolo originale è stato pubblicato su Eutopya