Un paradigma inclusivo tra disuguaglianze crescenti

Verso un’economia più umana e giusta” è il titolo del dibattito che si è tenuto lo scorso 21 settembre a Palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, organizzato dal “Cortile dei Gentili”.

Ad introdurre gli interventi è stato dapprima l’Ambasciatore Daniele Mancini, spiegando la ratio che li ha spinti ad individuare il tema al centro del dibattito, ovvero l’accentuazione delle disuguaglianze economiche e sociali nel mondo globale e il loro impatto sulle nostre società.

A seguire l’intervento del Cardinale Gianfranco Ravasi, che ha indicato nella gratuità la chiave per aprire la strada a un’economia più giusta; un tema quello della gratuità definito dallo stesso Cardinale: «strutturale, nelle relazioni economiche e sociali, perché parte dell’antropologia della cultura».

Non sono mancati nemmeno i saluti del Presidente del Senato, Pietro Grasso, che ha approfittato dell’occasione per ricordarci di catalizzare la nostra attenzioni sui valori reali dell’economia.

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È venuto poi il momento dei relatori. «Nel mondo le disuguaglianze sociali ed economiche stanno crescendo. E l’ineguaglianza che deriva da chi continua a perseguire solo il proprio arricchimento è un cancro che minaccia tutti. Negli Stati Uniti è infatti quasi impossibile essere eletti membri del Congresso o restare in carica senza un grande supporto finanziario». A dirlo Angus Deaton, Premio Nobel 2015 all’economia, ospite d’onore dell’iniziativa. «Senza trascurare il fatto che una diseguale distribuzione delle risorse economiche si accompagna un altrettanto diseguale influenza sul processo politico. Ma allora come si cura la disuguaglianza? Non attraverso la tassazione o la redistribuzione forzata ma con una democrazia che funzioni meglio», conclude Deaton.

Subito dopo, a prendere la parola è stato l’economista francese Jean Paul Fitoussi, che ha posto l’accento sul rapporto tra la crescita delle disuguaglianze e la nostra democrazia e su come delle difformità così elevate stiano intaccando il «patrimonio intangibile più importante del bilancio delle nazioni».

Sui temi ambientali si è concentrato invece l’economista belga Dominique Y Van der Mensbrugghe, affermando: «L’accordo di Parigi è un primo passo, ma dovremo fare di più, anche Papa Francesco ne parla. Con una commissione sulle emissioni energetiche forse anche i più poveri potrebbero usufruire dell’energia».

Di fronte quindi alla mancata equità ed inclusione e alla concentrazione del potere economico in poche mani, diventa urgente definire nuovi paradigmi economici, che garantiscano più giustizia sociale e stabilità politica, non dimenticando la sostenibilità ambientale.