Tre domande a Eugenio Scalfari…

Dialogo tra credenti in Dio e non credenti in Dio. Perché questa attenzione così forte in questo periodo? Per quale ragione?

Me lo domando anch’io. Io sono in qualche modo oggetto dell’attenzione. Non ho fatto nulla per esserlo. Comunque mi fa molto piacere. C’è un’attenzione dei cattolici per i non credenti. Ed è un’attenzione – credo io – che deriva dal fatto che la Chiesa ha bisogno di ricreare un ascolto. E c’è un’attenzione anche dei non credenti per partecipare a questo perché noi vediamo una società che non ci piace e, quindi, vogliamo discutere con chi è diverso da noi, ma che ha probabilmente le stesse finalità, per arrivare a una concezione del bene comune che abbia maggiore diffusione in mezzo alla gente. Questa è la sostanza del problema.

Quindi quali conseguenze in termini anche editoriali o di selezione di nuovi autori, nuovi testi, nuovi prodotti culturali per far “scendere” a livello di base questa mentalità e prospettiva di dialogo?

A livello editoriale non lo so. Se parliamo di narrativa, non vedo molte novità. Se parliamo di saggistica, alcune cose possono esserci. Nella poesia, semmai sì.

Ma pensiamo a questo in un momento migliore.

La libertà del pensiero c’è nel cristianesimo e nella Chiesa?

La libertà del pensiero nessuno ce la può levare. Non è confiscabile. Nel cristianesimo certo che c’è. Me lo auguro

di Vittorio V. Alberti27