Se l’uomo non sarà più l’unico essere “intelligente”…

L’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede e il Pontificio Consiglio della Cultura organizzano per il prossimo 6 luglio alle ore 17.30, il convegno “Intelligenza artificiale: una sfida etica?” all’interno della cornice del “Cortile dei Gentili”.

Lo scorso 21 settembre l’Ambasciata ospitò già un “Cortile” dedicato al tema delle crescenti disuguaglianze e disparità sociali che mettono a repentaglio le conquiste del welfare e la coesione delle nostre società, cui parteciparono in qualità di relatori, il Premio Nobel per l’economia del 2015, Angus Deaton, l’economista francese Jean-Paul Fitoussi, l’economista belga Dominique Y van der Mensbrugghe, e il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti.

All’edizione di quest’anno, invece, prenderanno parte illustri filosofi e scienziati, tra gli altri, il prof. Luciano Floridi, professore di filosofia ed etica dell’informazione all’Università di Oxford e attualmente tra i principali esperti mondiali in materia, Padre Paolo Benanti, docente di “neuroetica” e “tecnoetica” presso l’Università Pontificia Gregoriana, il prof. Sebastiano Maffettone, Professore ordinario di Filosofia Politica presso la LUISS, il prof. Roberto Cingolani, fisico italiano, dal 2005 Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, la prof.ssa Barbara Henry, ordinaria di Filosofia Politica presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Studi Universitari e di Perfezionamento, il prof. Massimo Inguscio, Presidente del CNR e la prof.ssa Maria Chiara Carrozza, già Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. L’intervento conclusivo sarà svolto dalla Ministra Valeria Fedeli.

La possibilità di integrare e potenziare l’intelligenza umana offerta dalle nuove tecnologie informatiche e, più in generale, dalla cosiddetta intelligenza artificiale (IA), rappresenta indubbiamente uno degli aspetti più rivoluzionari del progresso scientifico.

Senza voler addentrarsi nell’illimitato campo di ricerca dell’IA, obiettivo di questa edizione del “Cortile dei Gentili” è quello di avviare una riflessione congiunta sull’impatto dell’IA sull’”umanità” dell’uomo in relazione ai mutevoli scenari risultanti dei progressi della scienza e delle sue applicazioni tecnologiche, e che, per la prima volta nella storia, consentiranno all’essere umano di superare i propri limiti biologici, compresi quelli che riguardano le capacità cognitive. In questo ambito si inserisce il concetto di “transumano”, un uomo con capacità intellettuali e fisiche potenziate grazie ai progressi della scienza e della tecnologia, e “post-umano” ovvero “l’umano non è più l’emanazione o l’espressione dell’uomo bensì il risultato dell’ibridazione dell’uomo con le alterità non umane”. Uno scenario non esente da rischi come evidenziato in una lettera promossa dal Future of Life Institute e firmata da centinaia di ricercatori di tutto il mondo, fra cui Stephen Hawking, che mette in guardia sui rischi di un utilizzo incontrollato dell’IA.

Se l’uomo potrà non essere più l’unico essere “intelligente”, nell’infosfera, nello spazio connesso in cui ormai sempre più persone vivono e operano, ci troviamo di fronte a un nuovo specchio in cui ci scopriamo non più individui separati, ma nodi di una rete in cui non saremo mai più soli, e nella quale non saremo neanche più gli unici abitanti: avremo invece come coabitanti computer, smartphone, e robot. Un processo di contaminazione tra uomo e macchina che porterà l’uomo del futuro ad assumere tratti “trans-umani” e persino “post-umani” e che rivelerà una nuova profonda visione dell’intelligenza, sempre più collettiva e non più esclusivamente umana.

L’uomo è sempre più connesso agli altri uomini e all’intelligenza artificiale; e si muove nella globalità dello spazio delle informazioni in contesti caratterizzati da un sempre crescente livello di complessità e di interazioni tra le diverse componenti che compongono il sistema.

Ed è proprio con la lente della “complessità” che vanno letti i possibili scenari futuri di questa svolta epocale e va condotta la riflessione sugli impatti sociali, umani ed economici dell’IA. La diversa accessibilità a sistemi di intelligenza artificiale da parte di governi, enti, privati, è un elemento che accentua le differenze/disuguaglianze tra nazioni e tra individui. Date le profonde implicazioni dei sistemi di intelligenza artificiale in termini di allocazione delle risorse e di ridefinizione delle strutture di potere ed informazione, alcune questioni chiave vanno affrontate urgentemente per evitare che questi sistemi non siano dannosi, soprattutto in relazione ai gruppi più marginalizzati.

Se la scienza avanza qual è il posto della coscienza? La coscienza andrebbe dunque considerata l’elemento capace di fare la differenza tra un essere in grado di scegliere e di decidere e quindi responsabile delle proprie azioni e un sistema artificiale che imita alcuni comportamenti umani, ma è ben lungi dal possedere un’autentica libertà. Sistemi autonomi, dotati di intelligenza artificiale sofisticata rimanderebbero a un mondo dove le soglie di “responsabilità” diventano sfumate.

Tante dunque le nuove opportunità offerte dall’IA ma tante anche perplessità e timori. La diffusione dell’Intelligenza Artificiale sta cambiando radicalmente ogni attività e ogni ruolo. Ma chi dovrà decidere come utilizzare queste tecnologie? E chi dovrà garantire che il loro utilizzo sia corretto e nel rispetto dei principi etici?