27 Lug “Miscela esplosiva tra buonismo di Stato e fanatici”
da “Il Fatto Quotidiano” – 27 luglio 2016 – di Carlo Tecce
Quando ho letto del sacerdote Jacques Hamel sgozzato dai terroristi, da cristiano ho pensato di urlare il mio sentimento di impotenza. E di porgere una domanda a Dio: come può un uomo ammazzare un altro uomo, anziano, inerme, in quel modo? “Chi l’ha fatto è un vile e basta”, dice padre Laurent Mazas, francese, dottore in Filosofia, aiutante di studio al Pontificio Consiglio della Cultura e direttore esecutivo del Cortile dei Gentili.
Padre, perché la Francia e perché la Chiesa?
Il terrorismo è un fenomeno complesso. A volte ci troviamo di fronte a ragazzi convertiti che speculano sugli aspetti religiosi per dare senso a un’esistenza vuota, altre volte dei pericolosi delinquenti sfruttano l’affiliazione all’Isis per giustificare dei massacri.
Il coltello, il sacerdote, l’altare. Il simbolismo è potente.
Hanno ucciso bambini, giovani, vecchi, donne, cattolici e islamici. Non c’è un senso. È tutto confuso e casuale, ma non è casuale che accada in Francia. Il mio Stato sta pagando per le politiche di integrazione sbagliate, per la disoccupazione dei giovani, per i ghetti tollerati da decenni, per l’assenza di educazione, per il rifiuto dell’autorità, per un buonismo esasperato.
Come dovrà reagire la Chiesa?
Il problema riguarda l’intera comunità europea, non soltanto i cattolici. Un continente è sotto attacco. Il dialogo fra le religioni esiste, proprio in questa Chiesa di Hamel si svolgono numerose attività di fraternità. Il dialogo non è sufficiente.
Cosa serve?
C’è bisogno di un risveglio della società, c’è troppa disuguaglianza. I ragazzi si gettano fra le grinfie dell’Isis perché patiscono gli errori della società. A mio avviso la componente culturale è minore. Io non ho paura dell’Islam, la convivenza non è difficile da raggiungere e gli islamici non intendono conquistare l’Europa cristiana. L’origine del male è la povertà. Le faccio un esempio. Io ho vissuto in Africa. Non possiamo sopportare un abisso fra i ricchissimi in Europa e una zona del mondo, enorme, che vive in miseria e pensare di non scontare la rabbia di quei popoli. E mi riferisco a politiche europee antecedenti ai disastri in Iraq, Siria e Afghanistan.
Hollande ripete che la Francia è in guerra.
Ha ragione, ogni giorno si muore. Il governo deve proteggere la Francia con tutti i mezzi, perché la mia Francia è in guerra.
Ha paura che il terrorismo colpisca il Vaticano?
Temo un attentato, non sono uno sciocco ottimista. Tutti lo devono temere. Prego per Papa Francesco, per l’Italia, per l’umanità. Eventi tragici che ci sembravano impossibili, adesso sono probabili. Per troppo tempo abbiamo finto di non vedere oltre i nostri confini e non ci siamo preoccupati delle mattanze quotidiane che si verificano in Siria o in Iraq. A nessuno auguro di vivere con l’ansia di trovarsi nel momento sbagliato com’è sopravvivere, non vivere, a Baghdad o a Kabul.
Voterà in Francia per le Presidenziali?
Certo, come sempre. E immagino che mi vorrà chiedere dell’avanzata della destra di Marine Le Pen?
Esatto.
Il Front National ha davanti a sé uno spazio infinito per vincere.
Hollande ha deluso?
Guardi i sondaggi, per i francesi ha più che deluso.