Felicità, Benessere e Bene Comune: giovani ed economisti

Protagonisti: Jeffrey Sachs, John Helliwell, Richard Layard, Leonardo Becchetti, Stefano Zamagni e Luigino Bruni insieme a 1700 studenti.

Si è svolto giovedì 17 marzo, presso l’Auditorium Conciliazione, l’ultimo incontro del ciclo di conferenze che ha presentato il World Happiness Report 2016, una classifica aggiornata dei paesi in termini di soddisfazione di vita media, che per la prima volta ha anche approfondito le relazioni tra felicità individuale e diseguaglianza della felicità in ciascun paese.

L’iniziativa di ieri “Felicità, Benessere e Bene Comune”, organizzata dal “Cortile dei Gentili” in collaborazione con la Regione Lazio, ha visto presenti 1700 studenti provenienti da licei e università di Roma.

Ad aprire l’evento, Massimiliano Smeriglio, Vicepresidente della Regione Lazio, che ha sottolineato: «l’iniziativa ci sembra preziosa perché punta a un ragionamento su ambiti disciplinari che appaiono spesso molto distanti. In particolare l’obiettivo della giornata è mettere in connessione economia, beni comuni, stili di vita e felicità. Il tema che affrontiamo oggi è la relazione tra ricchezza e felicità delle persone».

È stato poi il cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, a prendere la parola per far notare agli studenti che «la radice indoeuropea di ‘felicità’ è la stessa di ‘allattare’, di ‘figlio’, di elefteria, libertà in greco: la felicità non è solo una quantità, ma una qualità che ha a che fare con la vita e la libertà».

Si è poi aperto il dibattito con le domande dei giovani studenti presenti; a moderare l’incontro il prof. Giuliano Amato, Presidente della Fondazione Cortile dei Gentili, che prima di dar via alle risposte si è brevemente soffermato sulla disomogeneità di distribuzione della ricchezza e su come questo comporti divari incolmabili.

A rispondere alle domande dei ragazzi Jeffrey Sachs, “guru” mondiale dello sviluppo sostenibile, che ha sostenuto Papa Francesco nella stesura dell’enciclica Laudato Sì, e consulente speciale del segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon per l’iniziativa Millennium Development Goals, John Helliwell, economista e co-direttore del programma CIFAR sulle “interazioni sociali, identità e benessere” e Richard Layard, economista inglese, entrambi curatori del World Happiness Report, Leonardo Becchetti, docente di Economia all’Università di Roma Tor Vergata e curatore del blog La Felicità sostenibile di Repubblica, ed infine  Stefano Zamagni, professore di economia dell’Università di Bologna, e Luigino Bruni, economista e docente presso l’Università LUMSA, entrambi fondatori della Scuola di Economia Civile.

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Felicità, Benessere e Bene Comune

Quale è il rapporto tra denaro e felicità? Il benessere di un singolo individuo quanto influisce su quello del paese? Queste alcune delle questioni proposte dai ragazzi. «I parametri che quantificano il grado di felicità sono: il reddito, la salute, quello di cui si ha bisogno e ciò che è importante, i rapporti sociali, la libertà, la generosità, l’onestà e l’uguaglianza», ha risposto Helliwell. Sachs invece si è rivolto ai ragazzi con un’esortazione: «oggi anche l’indifferenza è globalizzata e quando intendiamo porre rimedio a questo? Spetta alla vostra generazione correggere gli errori della nostra per un mondo con meno sofferenza. Fate la differenza».

Alla domanda se l’individuo è un mero homo economicus Bruni ha risposto «l’essere umano è felice quando trova il proprio posto nel mondo e la sua vita fiorisce quando si prende cura dell’altro». D’accordo con lui anche Layard che ha sottolineato la mancanza di un sistema etico e la necessità di creare benessere e una convivenza pacifica: «a guidarci nei rapporti col prossimo dovrebbe essere una sola domanda. Come posso creare felicità?».

È stata poi la volta del professor Zamagni che tra crescita e decrescita ha indicato una terza via: «l’obiettivo vero è lo sviluppo umano integrale che accompagna alla crescita la dimensione socio-relazionale e spirituale». Becchetti ha invece evidenziato ai ragazzi il divario di felicità esistente tra diverse nazioni europee; basta pensare che la Danimarca si trova al primo posto, mentre l’Italia è al cinquantesimo: «questo perché l’Europa non cammina con lo stesso passo. Dobbiamo imparare a condividere altrimenti la divergenza economica e della felicità aumenterà».

Alla fine dell’incontro gli ospiti hanno voluto rivolgere un breve messaggio agli studenti di incoraggiamento e speranza nel futuro, spiegando quanto sia importante desiderare di essere felici per esserlo veramente.

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