Biffi e Zavoli, la Cappella Sistina, il pensiero e il bello

Questa lunga conversazione (video in fondo) di qualche anno fa tra Sergio Zavoli e il cardinale Giacomo Biffi non è un dialogo-tra-un-credente-e-un-non-credente, ma un dialogo tra due persone che pensano.

Per inciso, il cardinale Biffi è stato sempre presentato come un prelato “conservatore”. Questa conversazione è molto utile anche per capire che tali qualificazioni (progressista e conservatore) non hanno senso, se non quello della non-riflessione o, peggio, dell’utilità strumentale.

Dialogo tra pensanti, dicevo. Torniamo a ragionare, a scegliere e faticosamente ricercare i pensieri e le parole, in questo circo attuale senza idee strutturate e senza forte speranza, specie giovanile.

Un passaggio è capitale: quando Biffi, citando McLuhan, chiede se il messaggio sia la comunicazione. Secondo tale idea, oggi dominante, il valore non sta nel contenuto, ma nella comunicazione in sé: nella quantità, non nella qualità.

Ebbene, occorre scardinare questa gabbia del credente da un lato e del non credente dall’altro perché l’uno contiene sempre l’altro, grazie al pensiero, così, credente e non credente veri non sono due persone ma un’unica persona. E questo, qui nel sito del Cortile dei Gentili, può rappresentare un primo importante esempio di come uscire dalla tirannia della comunicazione fine a sé stessa che genera deterioramento del linguaggio, mortificazione dell’analisi e ottundimento del pensiero e quindi, in definitiva, produce ignoranza.

Il linguaggio pubblico attuale, infatti, è un deserto, e il deserto non è bello. E se non c’è bellezza, cosa salverà il mondo?

É di pochi giorni fa la nuova sofisticata illuminazione della Cappella Sistina.

Ripartiamo da lì, dalla sapienza e dal dolore creativo di Michelangelo, da quel luogo nel quale il credere in Dio non è un recinto fatto di “cattolici” allineati come pecore, contrapposto o in dialogo (è, in fondo, lo stesso!) con un recinto di “non cattolici” anch’essi allineati come pecore. Quella bellezza formidabile è qualcosa che attraverso la coscienza della ricerca, rappresenta un orizzonte alto, dunque in fin dei conti una speranza nel futuro: un Rinascimento.

Occorre ritrovare il pensiero e la sua bellezza. Non certo per ammuffire in un accademismo senile o senza vita, ma altrettanto non in un linguaggio orrendamente semplificato e banalizzato.

A questo proposito, cambio bruscamente argomento per aprire, tuttavia, una questione che, in sé, riunisce le tre precedenti: i film su soggetti ecclesiastici o su soggetti religiosi realizzati da registi che non hanno un sentimento religioso sono più belli ed efficaci di quelli fatti da registi religiosi? Proviamo a pensarci e a darci una risposta senza pregiudizi.

Occorre dare un’estetica come si deve alle ragioni del Concilio Vaticano II. Questo, per restare all’ambito della Chiesa Cattolica e per rivedere la Sistina come un paradigma per il futuro.

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di Vittorio V. Alberti