Esistono i miracoli?

I recenti avvenimenti di Trevignano, il piccolo comune sul lago di Bracciano, hanno riportato l’attenzione dei media sui fenomeni miracolosi e sulla loro veridicità. C’è più di un dubbio, infatti, sul fatto che la Madonna che piange sangue sia la conseguenza di un miracolo, mentre sono in molti a pensare che si tratti di una truffa.

Ma come vengono stabiliti i miracoli e chi si occupa di indagare sulla loro autenticità?

La Chiesa è molto cauta sui miracoli e prima di riconoscerne uno, si affida alla conoscenza e ai pareri di scienziati che vengono selezionati per indagare i casi non in base alla loro fede, ma alle loro competenze. Il Dicastero per la Dottrina della Fede si occupa delle apparizioni mariane, e fino ad ora non si è ancora espresso sulla veridicità delle apparizioni a Medjugorje; il Dicastero per le cause dei Santi si occupa invece dei presunti miracoli, come ad esempio guarigioni inspiegabili, moltiplicazioni di cibo e acqua o manifestazioni mistiche come stigmate e visioni.

Solo dopo aver ascoltato il parere degli esperti, la Chiesa dà il via ad un lungo ed elaborato procedimento che porta alla beatificazione e poi alla canonizzazione.

Nel caso delle guarigioni inspiegabili al giorno d’oggi si fa affidamento ai 7 criteri del Cardinal Lambertini (poi diventato Papa Benedetto XIV) che ha descritto le caratteristiche del miracolo dal punto di vista medico – scientifico nel “De servorum beatificatione et beatorum canonizatione”:

  • La malattia deve avere caratteristiche di gravità, con prognosi negativa.
  • La diagnosi reale della malattia dev’essere certa e precisa.
  • La malattia dev’essere solo organica.
  • Un eventuale trattamento non può aver favorito il processo di guarigione.
  • La guarigione dev’essere repentina, inaspettata e istantanea.
  • Il recupero della normalità dev’essere completo e senza convalescenza.
  • La guarigione dev’essere duratura, senza ricaduta.

Se uno di questi criteri viene meno e quindi una guarigione è spiegabile dalla scienza medica, non si parla di miracolo.

Non tutti però concordano sull’esistenza dei miracoli, tanto che sin dalla fine del 17° secolo sono emerse due grandi obiezioni: la prima di Baruch Spinoza che sosteneva che essendo le leggi della natura immutabili, ed essendo impossibile infrangerle, i miracoli fossero inammissibili in quanto violazioni di esse. La seconda, formulata da David Hume, che sosteneva che le leggi della natura fossero per definizione descrizioni di occorrenze regolari mentre il miracolo fosse un’occorrenza rara e che essendo l’evidenza per il “regolare” sempre maggiore di quella per il “raro”, l’uomo dovrebbe fondare le sue idee sull’evidenza maggiore.

Anche ai giorni nostri alcuni gruppi di cristiani contestano la teologia dei miracoli, non ritenendoli fatti realmente accaduti ma semplici simboli creati dalla coscienza religiosa e considerando le opere divine di Gesù semplici narrazioni allegoriche utili a dimostrare verità spirituali più complesse.

Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, il miracolo servirebbe a testimoniare la presenza attiva di Dio nel mondo e Gesù avrebbe prodotto dei miracoli per dimostrare la sua potenza, e dunque la sua natura divina. Essi non intendono negare la scienza o le leggi della natura, ma aiutare a leggere la realtà come qualcosa che va oltre la materia e che è intimamente legata a Colui che l’ha creata.

«Se noi cerchiamo dei miracoli non troveremo Gesù» ha detto il Papa durante l’Angelus del 31 Gennaio 2022. «Lo trova soltanto, chi accetta le sue vie e le sue sfide, senza lamentele, senza sospetti, senza critiche e musi lunghi. Il Signore chiede una mente aperta e un cuore semplice. E quando una persona ha una mente aperta, un cuore semplice, ha la capacità di sorprendersi, di stupirsi. Il Signore sempre ci sorprende, è questa la bellezza dell’incontro con Gesù».

Tags: